La parabola è già scritta: un’infanzia difficile, l’ascesa, la caduta e il trionfo finale. Non solo molti biopic di rockstar ma tanti film che raccontano la vita di personaggi più o meno famosi seguono questa progressione rassicurante e così anche Rocket Man di Dexter Fletcher, presentato fuori concorso a Cannes, che nel ripercorrere la storia di Elton John (anche produttore) cerca di replicare il successo stratosferico di Bohemian Rhapsody, a cui lo accomuna in parte anche il regista, subentrato in quel film a Bryan Singer.
Incontriamo il musicista (interpretato da Taron Egerton) con l’immagine di lui impressa nell’immaginario collettivo: in abiti sfavillanti e glitterati, il passo sicuro di chi è già una star planetaria. Ma è il suo momento più difficile: «Sono dipendente dall’alcol, la cocaina, il sesso, i farmaci» dice al gruppo di auto-aiuto che lo circonda. È da lì, in flashback, che comincia la sua storia, sin dall’infanzia a Pinner, nella provincia inglese, dove nasce nel 1947 Reginald Kenneth White. La madre (Bryce Dallas Howard) non sopporta il padre, da cui il piccolo Reginald aspetta sempre invano un abbraccio: scritto da Lee Hall, Rocket Man ripropone una variazione dell’infanzia di Billy Elliott – la figura paterna severa e anaffettiva, che reprime la natura del figlio «diverso» dalla maggior parte dei suoi coetanei.

A DIFFERENZA di Bohemian Rhapsody, l’omosessualità del protagonista non è però trattata in modo ambiguo, associandola ai suoi «eccessi» e rimuovendone la centralità nella vita di un uomo nato all’indomani della seconda guerra mondiale. Il padre del piccolo Reginald ama il jazz e alla Royal Academy, dove viene ammesso con una borsa di studio per il suo talento con il pianoforte, studia musica classica. Ma come per tutti i musicisti inglesi giunti alla fama mondiale fra i ’60 e i ’70 sono il rock’n’roll e il blues a far bruciare di passione l’autore di Crocodile Rock, Goodbye Yellow Brick Road, Your Song – per il quale la svolta arriva quando incontra «per corrispondenza» l’amico di una vita e autore dei suoi testi Bernie Taupin (Jamie Bell).

LA MUSICA di Elton John attraversa naturalmente tutto il film: non solo nei classici intermezzi musicali dal vivo ma anche in veri e propri numeri musical che esauriscono per intero il repertorio più celebre della star fino agli anni ottanta. Seguendo però una parabola agiografica ben collaudata, Rocket Man – nonostante alcuni momenti all’altezza della spettacolarità del suo protagonista – raramente penetra oltre la patina abbagliante della sua vita, imprigionandola in una formula di cui si conoscono già tutti gli elementi.