Sessanta anni e centomila dollari di multa. Questa la richiesta del procuratore militare, capitano Joe Morrow, per la sentenza del soldato venticinquenne Bradley Manning, in carcere da 1294 giorni (nove mesi dei quali in condizioni che il giudice ha già dichiarato illegali). «Merita di passare la maggior parte della sua vita» in carcere, ha dichiarato sprezzante, spiegando che le azioni di Manning avrebbero costituito un grave rischio per gli Stati uniti, e avrebbero messo a repentaglio vite umane. «La corte deve mandare un messaggio a qualsiasi soldato che stia prendendo in considerazione la possibilità di compromettere la sicurezza nazionale». La giudice, colonnello Denise Lind, ha iniziato le sue deliberazioni alle 9 di ieri mattina. La storica sentenza è attesa per oggi.
La difesa del soldato che nel 2010 ha passato a Wikileaks centinaia di migliaia di documenti classificati avrebbe invece implorato la corte di emettere una sentenza che «gli permetta di avere una vita». David Coombs nella sua arringa finale lunedì ha spiegato che «forse il suo peggior crimine è quello di preoccuparsi per la perdita di vite umane». Nelle ultime fasi del processo, la giudice ha ascoltato le parti prima di decidere l’entità della sentenza (al massimo 60 anni come ha deciso a luglio dopo averlo prosciolto dall’accusa più grave, l’aiuto al nemico).
La difesa ha cercato di argomentare che il danno prodotto dalle rivelazioni del soldato è «temporaneo» e che le affermazioni sui danni a lungo termine fatte dall’accuse sono «speculazioni». Manning, ha spiegato il suo difensore, è un «giovane uomo intelligente. Un po’ nerd, a volte. Ma attento, compassionevole, rispettoso». La difesa non ha esitato a rendere pubblici i suoi problemi di identità sessuale, il bullying a cui è stato sottoposto nell’esercito e il fatto che l’esercito, pur consapevole delle sue difficoltà, non avesse fatto nulla per aiutarlo.
Sessanta anni, oltre a essere quasi il triplo dell’età di Manning, come ha fatto notare la difesa, sono anche più dei 25 anni in cui l’informazione rilasciata da Manning sarebbe comunque stata declassificata.