Chief Wahoo, l’amerindio dalla pelle rossa sgargiante, occhi triangolari, naso enorme e con una piuma in testa, scomparirà presto dal logo dei Cleveland Indians, squadra della Major League Baseball. Con i nativi americani che, finalmente, vincono la prima partita, vedendo riconosciuto il diritto a non essere derisi, offesi, presi in giro. Durava da anni, attraverso petizioni, appelli, cause legali, anche l’interessamento dei membri del Congresso, la disputa tra le associazioni degli indiani d’America che chiedevano la rimozione di quell’immagine grossolana del capo pellerossa dal logo della franchigia dell’Ohio. Qualche mese fa alcuni attivisti canadesi si vedevano respingere da una corte dell’Ontario la richiesta di vietare ai Cleveland Indians di utilizzare il logo in una gara di playoffs contro i Toronto Blue Jays. Niente da fare, l’icona centenaria che prende in giro gli indiani restava al suo posto.

Fino all’accordo tra il proprietario del team, Paul Dolan e il commissioner della lega del baseball, Rob Manfred, secondo cui dal 2019 non ci sarà più il capo indiano, mentre per il 2018 gli Indians continueranno ad indossare il logo di Chief Wahoo sulle maniche e sui cappelli dell’uniforme e la società continuerà a vendere merchandising con la storica mascotte mantenendo la proprietà del marchio. Ma è solo il primo atto, nello sport a stelle e strisce ci sono circa 400 squadre con l’appellativo Indians, oltre quota tremila se si considerano tutte quelle coinvolte dalle disputa sulle presunte offese ai danni dei nativi americani. E analizzando i soprannomi tra le leghe principali si trovano immagini che ledono l’immagine dei nativi americani, dai Seattle Seahawks (sul logo un falco pescatore ispirato all’arte dei nativi dello Stato di Washington), oppure i Kansas City Chiefs, con la danza del tomahawk chop (imitazione del calare della scure con l’avambraccio). Ma, assieme agli Indians, è l’appellativo redsskin, pellerossa, che appartiene a Washington, nella National Football League, che si è preso le copertine, fatto discutere politici, sportivi, costituzionalisti.

Vale oltre tre miliardi di dollari per Forbes, tra i marchi più famosi della lega del football. Infatti, dopo la decisione della Mlb sull’addio di Chief Wahoo agli Indians, il numero uno della National Football League, Roger Goodell ha chiarito che non avverrà lo stesso con la franchigia del football della capitale americana.