Berlusconi senatore a vita. Il centrodestra raccoglierà le firme in piazza sabato durante la manifestazione romana. «Organizzeremo gazebo sul territorio per coloro che non usano ancora la tecnologia», promette Forza Italia. Intenzionata a prolungare il più possibile la eco dell’ormai famoso audio del giudice Amedeo Franco, registrato mentre confessava a Berlusconi «l’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto». Stava parlando, ormai è noto, della sentenza della Cassazione che il 1 agosto 2013 ha definitivamente condannato Berlusconi per frode fiscale, alla quale lo stesso Franco aveva partecipato essendo giudice relatore di quel collegio. E senza l’ombra di un’opinione dissenziente, come sarebbe stato nel suo diritto – l’incongruenza è stata notata martedì in un comunicato della Cassazione. Ma Franco è morto e solo adesso i difensori di Berlusconi hanno deciso di far esplodere il caso.

Gli avvocati del Cavaliere da tempo hanno sollevato il caso di fronte alla Corte europea per i diritti dell’uomo. Sette anni fa provarono per quella via a fermare l’applicazione della legge Severino, in forza della quale dopo la condanna Berlusconi dovette lasciare il senato. Da qui la mossa politica di provare a riportarcelo oggi, con una raccolta di firme che dovrebbe fare pressione su Mattarella. Solo lui infatti può scegliere i senatori a vita.

Nel frattempo i legali del Cavaliere hanno spiegato di aver già informato nel 2015 i giudici della Corte europea dell’esistenza dell’audio di Franco. Ma solo poche settimane fa il ricorso è stato integrato con nuovi atti, tra i quali l’audio del giudice presuntamente pentito. E l’ex presidente del parlamento europeo, nonché ormai numero due di Forza Italia Antonio Tajani, ieri ha addirittura scritto alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sul caso Berlusconi, sostenendo che le istituzioni europeee devono valutare se la magistratura italiana «ha adempiuto al proprio compito in maniera assolutamente imparziale». Nel frattempo anche il giudice Antonio Esposito, che si trovò a presiedere la sezione feriale della Cassazione che in quel fatale agosto emise la sentenza di condanna a Berlusconi, ieri si è fatto sentire. Annunciando che lunedì presenterà una querela per diffamazione, visto che nella narrazione di Forza Italia fu lui – oggi commentatore sul Fatto quotidiano – a indirizzare l’esito della sentenza. «Chiederò di acquisire gli audio del relatore di Cassazione Amedeo Franco», annuncia Esposito.

Forza Italia ha presentato una proposta di legge per l’istituzione di una commissione bicamerale «contro l’uso politico della giustizia» con poteri di indagine. Ma soprattutto Berlusconi ha offerto la sua ricostruzione dei fatti, parlandone con il Tg2. «Il giudice Franco – ha detto – voleva liberarsi la coscienza da un peso e da tempo aveva chiesto di parlarmi, io al principio mi ero rifiutato perché ero troppo amareggiato per quello che avevo subito. Il giudice – ha raccontato ancora Berlusconi – mi fece l’impressione di un uomo davvero tormentato da ciò che aveva dovuto fare contro la sua volontà. Diedi disposizione di non rendere pubbliche le sue affermazioni, pronunciate davanti a molti testimoni, benché le avessimo quasi nell’immediatezza comunicate in via riservata alla Corte europea dei diritti dell’uomo». In che modo però non è dato sapere, visto che le comunicazioni con la Corte conoscono solo il canale ufficiale del deposito di memorie o atti. Ma la spiegazione di Berlusconi è un’altra. La riservatezza serviva a «non far subire delle spiacevoli conseguenze a un galantuomo che aveva deciso di confidarsi con me». Cioè l’inevitabile indagine e il procedimento disciplinare al quale Franco sarebbe stato certamente sottoposto.