L’agosto di fuoco del calcio italiano. La fotografia del mercato per ora rivela contorni decisi: se il campionato iniziasse domani, piuttosto che il 24 agosto, non ci sarebbe luogo a procedere, Juventus con due, se non tre marce in più delle avversarie. Il resto a inseguire: Napoli, Inter, Roma, forse meno il Milan di Marco Giampaolo che sembra avere le idee chiare, anche se con investimenti in tono minore.

LA JUVENTUS è troppo lontana, è l’unica finora ad aver investito e con forza (De Ligt, Rabiot, Ramsey preso sei mesi prima), con Maurizio Sarri in panchina unico elemento che sfugge al puzzle perfetto, in attesa di valutare se il teorema del bel pallone riesca a essere eseguito anche a Torino. Se così fosse, potrebbe servire a poco il rafforzamento, per ora promesso solo a parole, del Napoli di Aurelio De Laurentiis, con il patron azzurro che giorni fa ha preannunciato un agosto infuocato e che per ora ha messo da parte le munizioni, mentre il pubblico e anche Carlo Ancelotti attendono con sospetto, più che con ottimismo. Quasi cento milioni di euro di entrate dai calciatori in esubero, da incassare in più esercizi, 60 spesi con l’arrivo di Manolas, Di Lorenzo e il giovane Elmas, soprattutto il forcing che ormai ha assunto i toni di una telenovela su James Rodriguez. Il trequartista colombiano del Real Madrid, la richiesta di Carlo Ancelotti, per ora non arriva. Forse dopo Ferragosto, forse assieme o prima di Mauro Icardi, conteso alla Juventus che dovrebbe prima liberarsi di Higuain e Mandzukic.

O FORSE non arriverà nessuno delle star promesse ai napoletani, con il rischio di spegnere il ritrovato entusiasmo, dovuto anche al costo al ribasso della campagna abbonamenti. E se il Napoli in ogni caso parte dal secondo posto della passata stagione, da certezze tecniche e da un tecnico con 19 trofei nella vetrinetta di casa, è periodo con tante fiamme e molte incertezze anche per l’Inter di Antonio Conte. Nella tournée asiatica, con partite intervallate agli allenamenti e l’umidità che entra sottopelle, si sono viste tracce del Conte-pensiero, che nei giorni scorsi, prima di definire il patron Zhang «un visionario», ha sferzato l’area tecnica nerazzurra che in poco più di un mese non gli ha ancora messo a disposizione una punta di rilievo, con Icardi parcheggiato sul Lago di Como, bagagli pronti per Torino sponda Juve, meno per Napoli.

Da Dzeko, altra telenovela sul modello James Rodriguez, a Lukaku in uscita dal Manchester United e seguito anche dall’immancabile Juventus. Servono rinforzi, certezze, l’ex tecnico della Nazionale non basta, ne è a conoscenza il tifo interista, così come tecnico e dirigenti. E poi c’è il capitolo Roma, alla prima stagione senza i totem Totti e De Rossi, con il primo ad andarsene via senza dimenticare di sbattere la porta e il secondo finito in Argentina, al Boca Juniors.

UNA STORIA da raccontare ma forse non ai romanisti, in crisi da astinenza vedendolo con la gloriosa maglia del calcio sudamericano. È arrivato Fonseca, guru allo Shakthar Donetsk, la rosa giallorossa è zeppa di figure ingombranti in uscita, da Pastore a N’Zonzi a Schick, poi Dzeko sia a Trigoria che a libro paga. Per ora c’è la traccia di una rosa giovane, forse troppo, senza leader, con la proprietà americana più interessata alla vicenda stadio, piuttosto che ai risultati sul campo.