«Abbiamo testato il nostro vaccino su una ventina di varianti del coronavirus e la risposta immunitaria ha sempre inattivato tutte le diverse forme del morbo». Ugur Sahin, fondatore e amministratore delegato di BioNTech, dettaglia in conferenza stampa il motivo scientifico per cui è «fiducioso» di riuscire a neutralizzare anche la nuova mutazione “inglese” del Covid-19 che – come ammesso dalle autorità sanitarie tedesche – circola in Germania almeno da novembre, ben prima del blocco dei voli dal Regno Unito.

Una buona notizia: «Avremmo avuto bisogno di almeno altre sei settimane nel caso il vaccino attuale si fosse rivelato inefficace contro questa forma molto più aggressiva. Così invece «è altamente probabile che funzionerà, perché il nostro farmaco è costituito da oltre 1.270 amminoacidi e solo nove sono mutati, meno dell’1%. Tuttavia, abbiamo bisogno di altri 15 giorni per testare sperimentalmente la nuova variante».

Il ritorno alla normalità? Secondo Sahin coinciderà con l’indice di vaccinazione pari al 60-70% anche se «nell’eventualità che il virus diventasse più efficiente potrebbe essere necessaria una soglia più alta». A sentire il ricercatore tedesco di origine turca, BioNTech comincerà a produrre le dosi del vaccino sviluppato con Pfizer nel laboratorio di Marburgo entro il prossimo febbraio, mentre la consegna dei primi stock messi a punto nella sede di Puurs (Belgio) dovrebbe iniziare esattamente fra quattro giorni, quando i 25 centri di distribuzione smisteranno il farmaco ai 450 siti di vaccinazione e al centinaio di stazioni mobili operative in tutta la Germania.

È il risultato dell’accurata, capillare, partecipata pianificazione fra la start-up farmaceutica fondata da Sahin e dalla ricercatrice Özlem Türeci e il governo Merkel, frutto del «confronto approfondito» tra gli scienziati di BioNTech e i funzionari ministeriali sviluppata nei mesi scorsi «attraverso il vaglio di circa 1.100 punti» come sottolinea la Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Nulla è stato lasciato al caso, comprese le mutazioni virali tutt’altro che inaspettate o imprevedibili: «Il nostro vaccino è predisposto per riconoscere l’intera proteina e provocare nell’organismo risposte immunitarie multiple. In questo modo ci consente di avere molti punti di “aggancio” che il virus fatica a evitare. Naturalmente, non significa che la nuova variazione sia innocua, ma che il farmaco può essere rapidamente adattato alle diverse varianti del Covid-19» tiene a precisare Sahin.

Il ricercatore di BioNTech spiega, infine, che la durata relativamente lunga dell’iter di approvazione del vaccino nell’Unione europea non ha avuto il minimo impatto sulla quantità prodotta. «Avevamo pianificato la distribuzione con largo anticipo, già all’inizio di novembre, e stiamo rispettando in pieno il cronoprogramma. Il numero di dosi complessive promesse ai Paesi Ue non cambierà: l’unica variazione, casomai, riguarda i vaccini che saremo in grado di distribuire entro quest’anno».