Sette miliardi di umani messi in riga da capi tosti, tra cui politici con poteri più o meno pieni, generali con le stellette, scienziati con le palle -alcune delle quali più o meno piene per le uscite di Salvini e/o Bonaccini- banchieri con migliaia di miliardi, Arcuri con milleduecentottanta messaggini di Benotti… insomma, l’intera comunità dei conquistadores del Pianeta Azzurro in guerra contro l’ultimo organismo ribelle: ‘stu virùs piccirillo piccirillo che è adesso davanti a un bivio: trasformarsi o morire! E lui, meschino, da cinese che era, per sfuggire a vaccini, tamponi e doppie mascherine, mò parla inglese, sudafricano, brasiliano, nigeriano, spagnolo, napoletano e chissà quante altre lingue che manco sentiamo… che s’adda fa pe’ campà! Con meno padronanza delle lingue straniere ma non meno tenace istinto di sopravvivenza, adotta la medesima strategia del covid pure il nostro Giggino nazionale, che dopo esser stato convinto compagno di merende di gilet gialli e musi gialli, dichiara ora alla Cuzzocrea «sono un liberale europeista a vocazione atlantista e adoro l’euro».

D’altronde da Crispi a Giolitti (che l’hanno inventato), da Moro a Berlinguer (che se lo volevano reinventare), da Walter a Veltroni che ce lo rifilava nelle bustine con le figurine dei calciatori allegate all’Unità, per noi italiani il trasformismo è sempre stato una cosa seria, perfino per quel burlone di Grillo (anche se lui, tra trasformismo e trasformazioni -ecologiche o meno che siano- fa ancora una certa confusione). Ma non tutti i trasformismi sono ugualmente digeribili: quello di Rocco Casalino ad esempio (che da lupo acquattato a palazzo Chigi dove ordiva super-vendette contro i tecnici del ministero dell’Economia, si fa ora pecora che pascola tra i talk-show per riciclarci le sue memorie su carta non riciclata), brucia pure agli stomaci dal pelo più alto. Che poi fosse peggio l’allora ululante Mr. Hide dell’odierno belante dottor Jekyll, è comunque dibattito a prova d’assembramento.

Sia come sia tutti ‘sti trasformismi di politicanti combinati a tutte ‘ste varianti contagianti, alimentano il nostro desiderio di espatriare, tanto più che offerte di pacchetti «volo-albergo-punturina» spuntano come funghi: da Cuba a Israele, dagli Emirati Arabi Uniti a Dubai, dalle Isole Cayman alle Isole Vergini Britanniche, laddove tra un burbon liscio e un vaccino gelato, i nostri paperoni potranno pure aprirsi altre società off-shore contando sulla solita immunità.