Contrarietà a ogni progetto alternativo, mini o maxi che sia, rottura con il governo e la componente cinque stelle, ritorno sulla strada per un’estate che si preannuncia movimentata. Questo il risultato prodotto da un coordinamento dei comitati Notav riunitosi a San Didero, piccolo centro della val Susa, martedì sera.

«UN INCONTRO molto partecipato – commenta Nicoletta Dosio – che riporta il movimento Notav dove è nato, sulle strade della valle e non solo. Era ora: diciamo no al progetto della Tav leggera e ribadiamo che il governo gialloverde, la Lega in maniera reazionaria e i 5 stelle con forme pilatesche, è avversario esattamente come quelli del passato. Non solo per l’infrastruttura che vuole attraversare nostra valle, ma anche per la vergognosa politica contro i migranti. Li vediamo passare ogni giorno in questa valle, fuggiaschi dall’Italia: per il Movimento Notav questo è inaccettabile».

L’INCONTRO GIUNGE dopo le parole di Marco Ponti, capo della Commissione governativa che ha prodotto uno studio dal risultato nettamente negativo sulla Torino – Lione. Parole che hanno scosso la val Susa, messa di fronte all’evidenza che – al di là delle furbizie lessicali della componente pentastellata un tempo organica al movimento Notav – l’arma della valutazione costi benefici è scarica, o inutile, o entrambe le cose.

STRUMENTO INVOCATO a gran voce per circa venti anni dal mondo Notav, di fatto portata al governo da un massiccio voto indirizzato al M5s, la valutazione costi benefici oggi è schiacciata da «poteri invincibili», come dichiarato dal professor Marco Ponti. Sconcerto ha creato la stessa ipotesi della cosiddetta “Tav Leggera” studiata dall’ex sindaco di Venaus Nilo Durbiano, e adombrata dalla sottosegretria torinese, l’ormai ex Notav Laura Castelli: un progetto che trova l’opposizione completa per ragioni tecniche e metodologiche.

IL NUOVO TUNNEL, è stato fatto notare durante l’incontro, che dovrebbe sostituire quello attualmente in fase di bando sotto falso nome, «avis de marché», avrebbe comunque un impatto ambientale molto pesante, dato che andrebbe ad incidere su alcune vene amiantifere presenti lungo il percorso. Gli estimatori, pochissimi, in questi giorni hanno riconosciuto in ogni caso un tentativo di perdere tempo e confondere le carte: tentativo che, però, mette in evidenza la resa governativa, come sottolineato anche professor Monti, alla lobby del Tav. Resa che in pochi, in val Susa, ipotizzavano di tali dimensioni.

IN VIRTÙ DELLA SOSTANZIALE assenza di un cantiere reale del tunnel di base, quella terminata da un anno è una canna geognostica, il mondo Notav ha deciso di tornare all’antico, cioè alla strada e alla resistenza.

SI PARTE IL 7 LUGLIO, a Modane, Francia. I Notav italiani e francesi si troveranno alla stazione ferroviaria alle ore 11.42, ossia nel momento in cui Tgv, il treno ad alta velocità francese che già corre tra Parigi a Milano, giungerà in stazione. Qui si terrà un’assemblea pubblica «per dimostrare l’esistenza di un’infrastruttura già esistente, e per chiedere che i cambiamenti climatici siano contrastati e non incentivati con la costruzione di grandi e inutili opere».

TORNATI DALLA FRANCIA sarà il tempo del Festival dell’Alta Felicità, giunto alla terza edizione. Si terrà a Venaus dal 25 al 28 luglio, presso la Borgata 8 Dicembre, quindi a poco distante dal cantiere di Chiomonte. Gli scorsi anni giunsero quarantamila persone da tutta Italia, che soggiornarono presso il campeggio allestito intorno al piccolo borgo alpino. Festival che quest’anno avrà una maggiore connotazione politica, caratterizzata da una marcia al cantiere ed una assemblea pubblica su cambiamenti climatici e grande opere.

«ABBIAMO PENSATO che fosse importante aprire il Festival a tutti i movimenti territoriali di lotta – dicono gli organizzatori – per continuare a tenere alta l’attenzione sulle tantissime realtà che si sono riunite attorno al tema della difesa del clima e contro l’inutile spreco di suolo e la deturpazione delle terre. Anche quest’anno si comincerà il giovedì e si concluderà la domenica e non mancheranno le gite al “Mostro”, il cantiere di Chiomonte. Anche quest’anno per il sabato pomeriggio l’intero Festival si sposterà per alcune ore sui sentieri della Val Clarea per osservare con i propri occhi dove finisce lo sperpero immenso di denaro pubblico».