Succede che nelle crepe del pensiero unico si facciano largo posizioni critiche provenienti da importanti istituzioni. Prima la Corte dei conti Ue, che ha bocciato la Torino-Lione a causa di previsioni e benefici sovrastimati, ora il neo-sindaco di Lione che, senza giri di parole, dice: «Non bisogna insistere su un progetto sbagliato.

È la scelta peggiore. Bisogna fermare la Tav». Così, il verde Grégory Doucet, ecologista, appena eletto, grazie anche all’appoggio della sinistra, in una città tradizionalmente moderata. Lo ha dichiarato in un’intervista a La Stampa: «Fra le nostre città esiste già un’infrastruttura ferroviaria, che è sufficiente, ed è su quella che dovremmo investire. La Francia ha iniettato troppi pochi fondi sul trasporto merci su rotaia a livello nazionale. E ora vogliono farci credere che con la Tav rilanceremo l’attività. Ma è assurdo». Le dichiarazioni di Doucet hanno riacceso il dibattito, ma senza incrinare le precedenti posizioni. La ministra ai Trasporti, Paola De Micheli (Pd), ha replicato: «Il cantiere sta andando avanti e noi, a breve, consentiremo a tutti i sindaci, anche a quelli che hanno votato contro la Tav, di potere accedere ai finanziamenti di compensazione ambientale».

In Val di Susa si plaude, invece, al sindaco francese: «Solo da noi – scrive il movimento No Tav – una propaganda spudorata ha provato a far passare come rispettosa dell’ambiente un’opera che disboscherà oltre 5.000 alberi in Val Clarea ed emetterà 10 mila tonnellate di Co2 perforando un massiccio in cui la presenza di amianto è certificata. Siamo ancora in tempo per evitare quello che è ormai un disastro annunciato».

La Regione Piemonte fa orecchie da mercante e chiama a raccolta i Sì Tav per un vertice, in programma venerdì, rivolto a imprese e sindacati per rilanciare l’urgenza della linea. Lo ribadisce l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati (Lega): «Dal punto di vista ambientale è una infrastruttura vincente ed è assurdo metterla in discussione».

Non la pensa così il M5s: «Si tratta di un’opera sbagliata e fuori dalla storia. La verità – sostengono i senatori della commissione Lavori Pubblici e Trasporti – è che da quando il Parlamento ha dato il disco verde alla prosecuzione dei lavori, i passi avanti sono stati pressoché impercettibili». Da Torino, la consigliera Viviana Ferrero invita la sindaca Chiara Appendino a incontrare subito Doucet. «Conte si lasci travolgere dall’onda verde», dichiara la consigliera regionale M5s Francesca Frediani. Rifondazione con Ezio Locatelli chiede di ascoltare il sindaco di Lione e non il governo con la ministra De Micheli.

Il fronte Sì Tav parla in coro. Da Paolo Foietta, capo della delegazione nella commissione intergovernativa Italia-Francia per la nuova linea ferroviaria («Il nuovo Sindaco “ecologista” di Lione non sa come stanno realmente le cose. Senza il nuovo tunnel non ci sarà più ferrovia») ai deputati di Forza Italia, Daniela Ruffino e Osvaldo Napoli («Questioni di rilevanza nazionale, è il caso della Tav, sono di competenza del governo nazionale. Doucet non sa di che cosa parla»).