Dalle parole di Draghi sembra di capire che il governo consideri la campagna vaccinale la condizione necessaria per la ripresa economica e che per questa ragione prioritaria abbia deciso di vaccinare tutto il paese puntando su una vaccinazione di massa, investendo quindi su una profilassi universale.

Potrebbe sembrare specioso, se non ideologico, far notare che in una pandemia come la nostra un conto è vaccinare il paese per ragioni soprattutto economiche e un conto è vaccinarlo per ragioni soprattutto morali. In realtà, impostare una campagna vaccinale, chiarendo i suoi postulati di fondo non è uno scherzo. Anzi credo che Speranza abbia il dovere di spiegarci i postulati sulla base dei quali avverrà la campagna vaccinale.

Se per esempio impostassimo una campagna vaccinale solo sulle ragioni dell’economicismo automaticamente avremo l’obbligatorietà, l’abolizione di fatto del consenso informato, la vaccinazione indiscriminata, bambini compresi, la messa a carico dei cittadini di tutti i costi fisici riconducibili all’uso caritatevole dei vaccini, quindi la messa a carico dei cittadini degli effetti collaterali dei vaccini stessi, la farmaco vigilanza perderebbe il suo valore sociale e scientifico, ma soprattutto tutto si ridurrebbe a profilassi e a ospedalizzazione.

La nostra dipendenza farmacologica diventerebbe totale e, facendo il verso a Orwell nel tempo, cioè di epidemia in epidemia, non si può escludere l’affermarsi di una dipendenza della democrazia dall’accesso ai vaccini. Come in Dune dove chi controllava la “spezia” controllava l’intero universo.

Ma, fantapolitica a parte, se impostassimo invece una campagna vaccinale solo sulle ragioni morali tutti rischi che correremmo con l’approccio economicistico non si avrebbero ma in compenso rischieremmo l’inconcludenza. Se aspettassimo che i vaccini per essere usati fossero perfetti morirebbero migliaia di persone in più. Se continuassimo a perdere tempo inseguendo la perfezione scientifica non basterebbero le rianimazioni. E allora?

In questa pandemia è indispensabile una alleanza politica vera tra le ragioni della morale e quelle dell’economia. Non si tratta solo di ammettere, nella vaccinazione, la famosa “scelta consapevole” ma di definire una strategia politica che in primo luogo rifiuti la riduzione della pandemia a profilassi e per compensazione a ospedalizzazione.

Colpisce per esempio, a parte la mascherina, le mani da lavare e la distanza, l’assenza di ogni riferimento a politiche di prevenzione. Abbiamo un sistema sanitario imperniato (anche se a parole) sul valore della prevenzione ma tutte le politiche in campo parlano di altro.

Se in una pandemia tutto è solo profilassi basterebbe il ripetersi di nuove pandemie per mettere in pericolo non solo il consenso informato ma la nostra stessa democrazia.

Se l’unico messaggio che passa è quello della vaccinazione ad ogni costo, automaticamente si metterebbero fuori gioco altre strategie di salute possibili. Oggi per esempio c’è una polemica sul paracetamolo e sugli svantaggi immunologici che deriverebbero dalla soppressione a priori della febbre. Chiedo se, a parte i vaccini, esistono altri modi per difendere la comunità da certe infezioni.

Per esempio se è vero che l’inquinamento favorisce la diffusione del virus mi chiedo quali politiche ambientali servono per non essere costretti a vaccinarci tutti.

Esiste o no a livello di educazione, la possibilità di insegnare ai cittadini di accrescere naturalmente le loro difese immunitarie? Esistono o no stili di vita salutari in grado di rafforzare la capacità di resistenza del nostro organismo alle infezioni?

Viva la profilassi e ben vengano i vaccini ma se davvero volessi fare un patto tra morale e economia non lo farei sulla centralità della profilassi ma su una idea nuova di tutela, capace di rimettere insieme prevenzione, cura e profilassi e ridefinire un’idea piena di salute. Contro l’idea di dover inseguire per tutta la vita le varianti di un virus belluino e di correre dietro ad ogni epidemia, spendendo miliardi su miliardi, rassegnati ad una società unicamente da vaccinare e rivaccinare.