Trump si sta comportando bene con la guerra commerciale. E se il clima teso con l’Europa è lungi dall’essere un ricordo, con una mezza giravolta ha smesso il tono rigido e ha raggiunto un accordo con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker per non imporre ulteriori dazi doganali, lavorare per far cadere quelli esistenti su acciaio e alluminio e stabilire che l’Europa comprerà «un sacco di semi di soia» (come ha letteralmente detto The Donald).

«In questo momento stiamo iniziando la trattativa, ma sappiamo molto bene dove andare», ha continuato Trump in piedi accanto a Juncker durante una dichiarazione congiunta precipitosamente programmata al White House Rose Garden. E Juncker ha dichiarato: «Oggi si voleva concludere un accordo e oggi abbiamo stipulato un accordo».

È difficile da dire, dato lo stile negoziale imprevedibile di Trump, se l’accordo raggiunto sia un vero e proprio patto o solo una tregua in un conflitto che può divampare di nuovo (per due volte questa amministrazione ha negoziato accordi potenziali con la Cina, solo per farli fallire e poi imporre ulteriori dazi). E ora azzerare queste barriere commerciali è una sfida politica straordinariamente complessa per entrambe le sponde dell’Atlantico.

Trump si è ritirato dal sistema dei dazi punitivi in cambio di alcune concessioni relativamente minori: l’acquisto di soia per compensare la forte diminuzione degli acquisti da parte della Cina e la promessa europea di acquistare gas naturale liquefatto una volta che gli Stati uniti potranno esportarne abbastanza, in tempi ad ora lontani.

Per settimane Trump aveva dipinto la Ue come una rovina per l’economia americana, a causa delle sue pratiche di commercio sleale, ma ha messo da parte la sciabola per via delle pressioni degli Stati repubblicani che si reggono principalmente sull’agricoltura.

L’amministrazione Trump, infatti, ha ricevuto molte critiche da parte del suo stesso partito: come si presumeva, i dazi stanno danneggiando le industrie statunitensi, specialmente quelle agricole e l’imposizione di dazi per miliardi di dollari sui prodotti europei per ora ha soltanto aumentato i costi per le aziende e i consumatori americani.

L’annuncio congiunto è stato fatto nel giardino delle rose alla presenza di tutta la stampa eccezion fatta per Kaitlan Collins, corrispondente della Cnn, esclusa per aver posto in passato quelle che la Casa Bianca ha definito domande «inappropriate». La mossa contro Collins ha suscitato critiche da parte di tutti i rappresentanti dei media, inclusa la favorita di Trump, Fox News.

I ripetuti attacchi di Trump ai giornalisti stanno avendo l’effetto opposto: sono sempre di più gli episodi di solidarietà tra il gruppo, tradizionalmente super competitivo, dei corrispondenti che seguono le vicende della Casa bianca.