Ci sono volute più di 24 ore, e soprattutto le proteste della comunità ebraica perché la debole presa di distanze della sindaca di Roma Virginia Raggi dal suo disegnatore Mario Improta, in arte Marione, si trasformasse in un allontanamento. «Ti chiedo di mettere fine alla collaborazione gratuita che hai con il Comune», ha detto la Raggi al vignettista e simpatizzante del M5S.

Un «licenziamento» che dovrebbe servire a mettere fine alle polemiche sorte in seguito a una vignetta nella quale Marione ha raffigurato l’Unione europea come il campo di sterminio nazista di Auschwitz dal quale si allontana correndo una Gran Bretagna con indosso gli abiti dei deportati. Un accostamento tra l’Ue e il campo nazista che ha subito provocato le reazione del Pd romano ma non solo: «Fare satira utilizzando Auschwitz è un errore pericoloso», ha ammonito infatti ieri la presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. «Non si può relativizzare la memoria per fini politici soprattutto quando ci si assume la responsabilità di produrre materiale per gli studenti (Marione ha curato per la Raggi una campagna di sensibilizzazione civica destinata alle scuole, ndr). Spero che la collaborazione con il Comune termini quanto prima», ha concluso Dureghello.

Critiche pesanti anche dall’Auschwitz memorial, che ha definito «vergognoso» l’uso strumentale del campo di sterminio. «’Arbeit macht frei’ era un’illusione cinica che le ss davano ai prigionieri di Auschwitz. Quelle parole sono diventate una delle icone dell’odio umano», è scritto in un tweet. «E’ doloroso per la memoria di Auschwitz e delle sue vittime vedere questo simbolo strumentalizzato e vergognosamente abusato».

Domenica, quando le prime proteste del Pd capitolino si sono fatte sentire, la Raggi aveva cercato di smorzare la polemica. «Quella vignetta non rappresenta non ha nulla a che vedere con l’amministrazione, ma ci tengo dire che non rappresenta il mio pensiero e contrasta con la mia sensibilità su temi che mi hanno sempre vista impegnata i prima persona», aveva detto la sindaca. Da parte sua il vignettista ha modificato il disegno scegliendo di illustrare l’Ue non più come un campo di sterminio ma come una latrina.

Non è la prima volta che Marione si lascia andare a vignette di dubbio gusto. Il 27 giugno corso sulla sua pagina Facebook aveva rappresentato il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, indagato nell’inchiesta sui presunti affidi illeciti di minori in Val D’Enza, come una specie di orco con lunghi artigli neri. «Attenti bambini,..,. l’uomo nero è del Pd», la scritta che accompagnava il disegno. In seguito la Suprema corte ha stabilito che Carletti non doveva essere arrestato, ma questo non è bastato a Marione per fare marcia indietro.«Se rifarei quella vignetta? Ma certo» ha dichiarato. Aggiungendo che se in futuro Carletti verrà assolto «allora farò una vignetta che lo riabiliti». Ora il nuovo scivolone, questa volta sull’Olocausto, che gli è costato però la fine della collaborazione con il Campidoglio.