Chi lo ha frequentato parla di un uomo dal carattere schivo, timido con qualche concessione al glamour, come quel biondo carota dei capelli, mai troppo lunghi, mai troppo corti. Paolo Limiti, morto a 77 anni nella sua casa milanese dopo una lotta contro un male incurabile, è stata una figura nelle varie fasi della sua carriera, quasi di altri tempi. Un artigiano della canzone con la «A» maiuscola, autore televisivo e poi dagli anni ’90 in poi presenza fissa dei pomeriggi sul piccolo schermo. Il debutto come autore di testi lo deve a Jula de Palma alla quale invia il testo di tre pezzi: l’interprete di Tua apprezza tanto da inciderne una: Mille ragazzi fa (1964).

Scrive per Ornella Vanoni, Iva Zanicchi, Nomadi ma a segnarlo realmente è il rapporto, dopo aver lavorato come creativo pubblicitario e in tv come autore e regista La maga Merlini con Elsa Merlini, con Mina. La incontra sul set di alcuni caroselli Barilla diretti da Valerio Zurlini, e poi inizia la collaborazione professionale ma anche un’intensa amicizia. La voce del silenzio – che la tigre ascolta a Sanremo e decide di reincidere – è il primo di una lunga serie di classici con in testa Bugiardo e incosciente (1969). Musica struggente di Manuel Serrat su cui Limiti costruisce un capolavoro, scartando dal testo originale – La tieta, l’amara solitudine di una donna, per imbastire una delle più passionali e carnali storie d’amore interpretate dalla cantante cremonese. A seguire fra le altre Una mezza dozzina di rose, Viva lei, Ballata d’autunno, Eccomi fino a Una canzone (2011).

Lavora tantissimo, affronta perfino le commedie musicali e collabora a lungo con Mike Buongiorno. Ad aiutarlo è una cultura vasta, enciclopedica e uno spirito da collezionista. È un amante del cinema tanto da raccogliere cimeli libri e memorabilia che da qualche mese aveva iniziato a donare alla Cineteca di Milano. Davanti alle telecamere ci arriva relativamente tardi, ma i suoi pomeriggi da divulgatore di «memorie collettive» deliziosamente camp, dove mette a frutto le sue passioni per la vecchia Hollywood, sono da antologia. Sul suo divano si accomodano Lauren Bacall, Liz Taylor, Linda Christian e poi «le amiche», Iva Zanicchi, Milva, Ornella Vanoni. Vite da star di cui conosce ogni più piccolo anfratto distillandole in trasmissioni come Ci vediamo in tv, Paolo Limiti show, Viva Mina! che lo vedranno protagonista alternandosi nel tempo tra Rai 1 e Rai 2.

Ricordi, aneddoti, storie segrete sono il «piatto forte» degli speciali su Claudio Villa, Maria Callas o Wanda Osiris per cui nutriva un amore assoluto. In quegli anni, qualsiasi cosa tocchi Limiti diventa oro: ascolti record e ovviamente anche critiche, per trasmissioni che viaggiavano sempre sul crinale fra trash e memorie erudite. Una tv «gentile e confortante» – che condivideva con Luciano Rispoli – che aveva però i giorni contati, travolta dall’onda lunga e decisamente cafona dei troppi talent e reality che affollano i palinsesti televisivi.