Ricontrattazione dei livelli, azzeramento degli scatti di anzianità, applicazione del job act, elusione dell’art.18. È pesante il prezzo da pagare per i lavoratori di Almaviva di Palermo coinvolti in una partita a scacchi tra governo e aziende. La trattativa è ancora aperta, dopo la riunione fiume terminata alle tre di notte di ieri. Ma il quadro sembra abbastanza delineato. Non a caso, Almaviva ha ‘congelato’ i trasferimenti da Palermo a Rende di 154 persone che avrebbero dovuto fare le valigie a partire da lunedì prossimo. Un’apertura? In realtà una mossa tattica per mettere pressione sui lavoratori che si riuniranno in assemblea la prossima settimana per valutare le proposte. L’azienda sarebbe disposta ad annullare i trasferimenti e a farsi carico di altri 98 lavoratori collegati alla commessa Enel in scadenza a fine dicembre: in cambio otterrebbe la rinegoziazione dei livelli retributivi, con un risparmio sulla parte salariale e contributiva. In assemblea i lavoratori saranno messi di fronte a un bivio: accettare le condizioni al ribasso per rimanere a Palermo o puntare i piedi mantenendo gli attuali livelli ma a spostandosi a Rende.

In questo secondo scenario non è escluso che alcuni dipendenti possano optare per le dimissioni o per l’avvio di contenziosi legali con l’azienda: tra loro ci sono giovani mamme che difficilmente lasceranno i figli per cambiare sede di lavoro e con uno stipendio di 700 euro al mese. L’altro pezzo riguarda il personale Almaviva che dovrebbe essere assorbito da Exprivia, la società di Molfetta che ha rilevato la commessa Enel, in mano per gli ultimi due mesi ad Almaviva.

«Exprivia ha presentato condizioni difficili, complicate, al limite dell’inaccettabile, per farsi carico dei lavoratori», accusano Maurizio Rosso e Rosalba Vella del Slc-Cgil. L’azienda lucana si è resa disponibile ad assumere 297 su 395 della «commessa Enel», un numero maggiore rispetto alle previsioni: 14 full time, 79 part-time a sei ore, 204 part-time a quattro ore. «Per il resto sono stati azzerati tutti gli istituti salariali -denuncia il Slc-Cgil – Si tratta di un arretramento economico e civile molto grave. In questi mesi abbiamo introdotto le clausole sociali come elemento di civiltà, per poi continuare e erodere salario e professionalità ai lavoratori». Anche Enzo Campo, segretario della Camera del lavoro, giudica «poco soddisfacente l’incontro al Mise» perché ai lavoratori «è stata prospettata la possibilità di perdere il 30 per cento dello stipendio col trasferimento a Rende». «Approfitteremo di questi giorni di sospensione comunicata dall’azienda per andare avanti con le assemblee – dice Campo – Ancora una volta si scarica tutto sull’anello più debole, vessando i lavoratori con salari bassissimi e con condizioni di lavoro pesanti». Più mordida la Uilcom. Per Giuseppe Tumminia, segretario regionale, «le condizioni proposte da Exprivia restano da migliorare». «Chiediamo più tutele per i lavoratori e soprattutto il blocco dei trasferimenti – afferma – Ci aspettiamo un impegno maggiore dalle istituzioni, nazionali e regionali, perché così si sta colpendo un settore produttivo strategico per Palermo e non solo».

Il 26 è in programma un nuovo round al Mise, per quella data i lavoratori si saranno già pronunciati nelle assemblea. Governo e aziende sperano di chiudere, anche perché il giorno seguente il Mise dovrà affrontare l’altra delicata partita: gli oltre 2mila licenziamenti a Roma e Napoli.