Nelle pieghe dei veleni delle inchieste relative alla tragedia dell’Hotel Rigopiano, del 18 gennaio 2017 a Farindola (Pescara), c’è ora anche il tentato suicidio dell’ex capo della Mobile di Pescara. Pierfrancesco Muriana ha cercato di togliersi la vita, ieri mattina, nei pressi di una discarica di Francavilla al Mare (Chieti). Il funzionario, ora in servizio a Manfredonia (Foggia), era atteso in Procura a Pescara per essere interrogato in merito all’inchiesta per calunnia aperta a suo carico. Ma non si è presentato, nonostante i suoi avvocati lo aspettassero. Ha cercato, invece, di uccidersi.

Muriana è sotto accusa sulla base della denuncia presentata dal carabiniere forestale Michele Brunozzi, che era precedentemente finito sotto inchiesta, insieme ad altri due colleghi della Forestale, proprio in seguito a un esposto di Muriana, archiviato alcune settimane fa dal gip, che aveva chiarito: «Non esistono elementi per sostenere l’accusa».

Muriana, nella sua denuncia, aveva scritto che il 27 gennaio 2017, pochi giorni dopo il dramma in cui persero la vita in 29, trasmise via pec, ai carabinieri forestali, l’annotazione di un agente riguardante una telefonata effettuata dal cameriere del resort crollato sotto la valanga, Gabriele D’Angelo, poche ore prima del disastro. D’Angelo chiedeva aiuto al Centro operativo di Penne e sollecitava lo sgombero dell’albergo. Muriana ha contestato ai forestali di avere inoltrato tale annotazione alla Procura solo il 12 novembre 2018 e di avere falsamente dichiarato che era già stata inviata il 27 gennaio dell’anno precedente. Inoltre, accusava i forestali di avere falsificato il documento, cancellando la data e il numero di protocollo originariamente apposti sulla nota.

Immediatamente è partito un contro-esposto dei forestali, che ha portato all’apertura di un primo fascicolo a carico di Muriana per favoreggiamento del depistaggio, al quale poi si è aggiunto un secondo per calunnia. Sedici pagine, quelle della contro-denuncia, contenenti una dettagliatissima ricostruzione dei fatti, nei quali si afferma che Muriana «accusò tre carabinieri forestali pur avendo la certezza della loro innocenza». E ancora: «L’esposto di Muriana, seguito da un’inarrestabile eco mediatico – recita la denuncia – ha avuto il dirompente effetto di delegittimare e screditare, agli occhi di magistratura e opinione pubblica, “casualmente” alla vigilia del processo di Rigopiano, l’operato dei carabinieri».

Il poliziotto ieri è stato trovato, proprio dai Forestali, privo di sensi, all’interno della sua macchina, dove ha cercato di ammazzarsi con il gas di scarico. Subito soccorso, è stato trasportato all’ospedale di Chieti. Le sue condizioni non destano preoccupazione. Nell’auto, un vecchio modello diesel di proprietà del padre, è stato ritrovato un biglietto che sostanzialmente dice: «Sono estraneo alla vicenda di Rigopiano». Le Procure di Chieti e di Pescara hanno aperto un fascicolo sull’accaduto.