I pannelli che la rendevano «esclusiva» sono quelli che l’hanno trasformata in una torcia infuocata di sessanta metri. Così è bruciata la Torre dei Moro di via Antonini a Milano, uno dei nuovi grattacieli della Milano che si sta espandendo a sud.

«La facciata ha preso fuoco come il cartone» hanno raccontato gli inquilini scampati all’incendio, un’espressione ripresa anche dagli inquirenti della procura di Milano che stanno indagando per disastro e incendio colposo. Un incendio come non si era mai visto a Milano città in anni recenti, un disastro che non ha fatto vittime e feriti solo grazie ai riflessi pronti di chi viveva nella torre di via Antonini e al pronto intervento dei vigili del fuoco che sono riusciti a far evacuare tempestivamente la trentina di persone che alle 17.30 di domenica si trovavano all’interno del palazzo. E che ora si stanno organizzando in un comitato per chiedere giustizia, verità e un risarcimento dei danni. Questa mattina si ritroveranno in un salone della vicina parrocchia per una prima assemblea con l’amministratore dello stabile. Hanno perso tutto quello che avevano all’interno delle proprie abitazioni e dopo le lacrime iniziali e lo shock ora si fa spazio la rabbia e il bisogno di verità, di sapere come sia stato possibile che un grattacielo costruito 10 anni fa sia bruciato in quel modo, in così poco tempo.

«LE FIAMME SONO SCESE dal quindicesimo piano al primo in dieci minuti» hanno raccontato i vigili del fuoco ieri ancora al lavoro per spegnere gli ultimi focolai e iniziare l’ispezione degli appartamenti. «Una cosa mai vista, il fuoco sale verso l’alto ma invece in questo caso le fiamme sono scese verso il basso a una velocità impressionante». Ci sarebbe stato un effetto camino inverso a causa dello spazio di quindici centimetri che si trova tra il rivestimento esterno della struttura, il cappotto termico e la struttura portante.

Secondo i primi accertamenti degli inquirenti il sistema antincendio della Torre dei Moro, così si chiamava il grattacielo dal nome della società costruttrice, aveva diverse «criticità». Le bocchette dell’impianto da attivare manualmente sarebbero state funzionanti solo fino al quinto piano mentre non sarebbero state attive tra il quinto e il decimo piano. Avrebbero invece funzionato in parte tra il decimo e il diciottesimo piano. Le scale, sempre secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, avrebbero consentito alle persone che stavano lasciando il palazzo di scendere in sicurezza grazie al meccanismo che evita al fumo di invadere gli androni. Tra le poche certezze c’è l’appartamento dal quale è partito l’incendio, al quindicesimo piano. Le cause ancora da accertare e non è chiaro se sia partito all’interno dell’abitazione, i cui proprietari erano in vacanza da giorni, o sul balcone, e in questo caso l’ipotesi sarebbe un cortocircuito del condizionatore d’aria.

Milano, i danni dell’incendio in via Antonini, foto LaPresse

 

A BRUCIARE CON QUELLA intensità e velocità è stata la copertura esterna installata per dare un effetto nave all’edificio, un puro intervento estetico. Le due facciate a vela «erano composte di Alucobond, un materiale costituito da lamiere di alluminio e polistirene» ha spiegato l’amministratore del palazzo Augusto Bononi. «Stavamo verificando la possibilità di pulirlo e anche la stabilità perché non abbiamo mai fatto nulla sulla facciata quindi nel breve periodo si voleva approfittare delle agevolazioni fiscali per fare una pulizia, ma niente di più di quello, e poi verificare gli stati di ancoraggio delle lastre e dei pannelli alla facciata», ha aggiunto.
Qualcuno ha etichettato la Torre dei Moro di via Antonini come un palazzo vip perché ci abitava anche la pop star Mahmood, ma era più un palazzo di professionisti e media borghesia inserito in un quartiere nel quadrante sud est della città in piena espansione. Poco più a nord c’è la fondazione Prada, nei prossimi mesi partiranno i lavori di riqualificazione dell’ex scalo di Porta Romana che nel 2026 ospiterà il villaggio olimpico delle olimpiadi invernali, a ovest hanno trovato casa alcuni artisti e musicisti. La città, già satura a nord si, espanderà a sud nei prossimi dieci anni.

«Se costruisci un palazzo tutto rivestito di polistirene o similari su telaio in ferro, sarà anche una soluzione economica per ottenere la forma curva che vuoi ma poi ti trovi una torcia pronta ad accendersi al primo innesco» ha commentato il candidato sindaco e architetto Gabriele Mariani, della lista di sinistra Milano in Comune. «La magistratura è al lavoro per capire la dinamica dell’accaduto, il mio auspicio è che le responsabilità siano accertate con rapidità» ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala. «La Torre dei Moro è stata costruita poco più di dieci anni fa e non è accettabile che un edificio così moderno si sia dimostrato del tutto vulnerabile», ha sottolineato.

L’INDAGINE È CONDOTTA dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, da verificare se il materiale dei pannelli fosse stato indicato come ignifugo. Anche se, spiegano dalla Procura, la normativa specifica sulla sicurezza delle facciate degli edifici è molto recente. E a Milano ora ci si chiede quanti altri edifici siano stati «abbelliti» con pannelli di quel tipo e quanto applicate siano le norme antincendio per le facciate esterne.

RICHIESTA DI RETTIFICA del 4 settembre 2021

Riceviamo dalla 3A Composites GmbH e pubblichiamo il seguente testo di rettifica: “facendo riferimento al Vs articolo pubblicato in data 30.8.2021, 23:59 e aggiornato in data 31.8.2021, 12:06 a firma di Roberto Maggioni, si precisa quanto segue: Alla luce del recente incendio alla Torre dei Moro di Milano, la Direzione di 3A Composites esprime solidarietà a tutte le persone colpite da questa sciagura. A differenza di quanto affermato da alcuni media, il pannello composito di alluminio (ACM) utilizzato nella Torre dei Moro di Milano NON era ALUCOBOND®, marchio registrato e prodotto da 3A Composites GmbH (Germany).3A Composites, in qualità di produttore responsabile, è consapevole del ruolo fondamentale che i materiali da costruzione stanno svolgendo in materia di sicurezza, e di conseguenza sostiene e incoraggia normative chiare e rigorose per quanto riguarda la protezione e la sicurezza degli edifici in caso di incendio”.

La Direzione 3A Composites GmbH