Mezze bugie, ombre, depistaggi. Seguire la salma del boia delle Fosse Ardeatine è un gioco degli specchi, con annunci e smentite eclatanti che si inseguono, mentre la bara aspetta la fine del gioco dell’oca nell’hangar di Pratica di mare destinato ad ospitare i resti dell’aereo Itavia, caduto nei cieli di Ustica. Con un finale a sorpresa, annunciato ieri sera dall’avvocato Paolo Giachini, rappresentante del figlio di Priebke in Italia: «L’ambasciatore tedesco – ha detto il legale a il manifesto – ha dato il suo assenso per accogliere la salma. Occorre ora solo avere il via libera di un qualsiasi comune in Germania».

La prima notizia che era arrivata ieri mattina era risuonata come una beffa: il funerale di Priebke si è tenuto regolarmente. Ad annunciarlo è stato il portavoce del superiore della fratellanza Pio X di Albano Laziale don Pierpaolo Petrucci, che – parlando con l’Ansa – ha smentito quanto aveva dichiarato martedì il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro: «La liturgia è stata celebrata, Priebke è morto da cattolico e da pentito. Abbiamo trovato anche i documenti. Ha ricevuto il sacramento della penitenza. Si è pentito pubblicamente davanti a Dio e agli uomini, quindi è morto da cristiano e aveva diritto ad avere i funerali». Ricostruzione ben differente da quella del prefetto, che solo 48 ore fa aveva dichiarato di aver sospeso le esequie, «perché si rischiava di trasformarle in un raduno nazista».

Ieri si è poi aggiunta la nuova tattica del legale di Priebke Paolo Giachini, pronto a presentare una denuncia per la presunta sottrazione della salma: «La famiglia di Priebke vuole sapere dove si trova il feretro del proprio congiunto. Certamente è nelle mani dei militari, forse dei servizi segreti, e non è possibile che non si sappia», ha spiegato. Tesi smentita dalla presidenza del consiglio dei ministri ieri sera: l’intelligence non si è mai occupata del caso, spiega una nota di Palazzo Chigi. Il legale ha poi dichiarato ieri che quattro persone intente a presidiare la bara sarebbero state malmenate nel corso del blitz. Non ha però specificato chi fossero e se – per caso – appartenessero a quel gruppo di neonazisti guidati da Maurizio Menicacci. Notizia questa che forse potrebbe chiarire bene cosa sia realmente accaduto durante i funerali di Priebke.

Uno dei pochi dati certi è, per ora, solo il trasporto del corpo la notte di martedì da Albano Laziale all’aeroporto militare di Pratica di Mare. Secondo i vertici dello stato maggiore la bara con i resti di Priebke si trovava ancora lì, ieri sera. Silenzio assoluto sulla destinazione e – soprattutto – sul luogo dell’eventuale sepoltura. L’ipotesi che era circolata mercoledì di una cremazione sarebbe saltata, dopo l’opposizione del figlio del criminale di guerra Ingo, residente negli Usa. L’attivissimo avvocato Giachini ha fatto sapere di rivolere indietro la salma e di aver avviato diverse trattative per l’eventuale sepoltura. Oltre all’ipotesi di trasferimento in Germania – che avrebbe dato il suo consenso – il legale di Priebke ha raccontato di aver ricevuto due offerte tutte italiane. La prima da un comune (non specificato), la seconda da un privato, «attraverso un noto studio legale». Ipotesi, questa, che potrebbe avere a che fare con un piccolo cimitero a meno di un chilometro dall’aeroporto di Pratica di Mare. È un’area privata, nella disponibilità della famiglia Borghese, proprietaria dell’antico borgo medioevale che sorge tra Pomezia e la base militare. Ipotesi, solo ipotesi, che circolavano ieri anche sui social network. Questa strada, però, è stata bloccata verso le 18 di ieri dall’ordinanza del prefetto di Roma, che ha vietato la sepoltura di Priebke nell’intera provincia di Roma. E la palla, così, torna nelle mani dell’avvocato Giachini, vero motore dell’intera vicenda. Dovrà essere lui, a questo punto, a trovare «in Germania un comune che non invochi un regolamento contrario».