Molte telecamere e fotografi, ma niente ressa per entrare, quella dei tempi in cui anche i «vip» venivano fermati sull’uscio «perché ci vuole l’invito originale, non l’ha portato?», ma come, «lei non sa chi sono io…». Pochissimi volti noti, questa volta, e per lo più di stagioni passate. Che ci fa Franco Carraro, vuole ricandidarsi come sindaco di Roma? si ironizza all’ingresso). Signore agée dal trucco pesante, un pugno di vecchi aficionados e qualche sedia vuota in platea, anche.

Ma è quando all’improvviso, nel Tempio di Adriano per l’ennesima presentazione di un suo libro, Bruno Vespa malauguratamente scivola sulla parola «flipper», che il sospetto si materializza: mandato quasi in soffitta il senato per come lo abbiamo conosciuto finora, anche la terza camera della repubblica sta per fare una brutta fine. No, il flipper no, sbotta Matteo Renzi che già stava dando segni di impazienza: «Ce li vede i diciottenni che giocano a flipper? Il tema del flipper rimarrà nella storia». E potrebbe finire qui. Ma «certo, lei con Orfini fa giochi più elevati», ribatte invece un po’ a scoppio ritardato Vespa, che comunque resta in parte fino alla fine, impeccabile spalla del premier di turno, ma adesso con l’indolente nonchalance di chi è alla milionesima replica.

Donne d’Italia. Da Cleopatra a Maria Elena Boschi è il titolo che Renzi è chiamato a lanciare, perché «per un premier la presentazione di un libro di Vespa è d’obbligo, come il G20 e il voto di fiducia», scherza l’ospite che per giunta ha poco tempo da dedicare al conduttore di Porta a Porta, perché a palazzo Chigi lo aspetta il presidente afghano, e il colpo d’occhio conferma che alla riuscita dell’«evento» non ha voluto dare nessun contributo, come invece faceva Berlusconi che ai suoi tempi si portava dietro tutta la corte. Nessun editorialista dei giornaloni a affiancare l’autore, ma Fabiola Gianotti, chiamata alla guida del Cern di Ginevra, e Sara Valentinetti, ricercatrice precaria: scelta perfetta per dare al premier la possibilità di disegnare la sua Italia che ce la fa nonostante tutto e incartare promesse natalizie, evitando di mettere in scena uno degli odiati talk televisivi.

Ma come ha sempre fatto in queste occasioni, Vespa vuole tirare fuori la notizia, non certo dilungarsi sulla sua ultima fatica. Il premier – ribadita la posizione del governo sulla guerra all’Isis – cerca di riportarlo sul tema del libro. Il giornalista allora butta lì: «A Milano c’è una candidata, la vice di Pisapia, Francesca Balzani. Una donna al posto di Sala?». Il premier non raccoglie, «al momento non mi risulta che ci sia nessun candidato o candidata», e rinvia la spinosa questione, «da qui a marzo, quando ci saranno le primarie, ci sarà tempo».

E figurarsi se Renzi si lascia scoraggiare dalla crescita che stenta o dalla disoccupazione giovanile che sale, sotto la sua lente appare tutto più rosa: «I dati saranno migliori rispetto alle previsioni di inizio anno. Secondo me sul Pil chiudiamo allo 0,8 anche se il Mef sostiene che comunque sarà lo 0,9». E a conferma, legge pubblicamente l’sms che gli ha appena inviato Padoan, e se non altro non è niente di compromettente, nessun nuovo caso Mineo in vista, insomma: «Dice ’sullo 0,9 tieni la linea’».

Ma prima c’era stato il «flipper» galeotto. Giustamente, Vespa prova a capire come funzionerà, materialmente, il bonus da 500 euro per i consumi culturali dei diciottenni, «sarà spendibile in libreria e ai musei?». E qui, perfido, il rottamatore comincia a indicarla all’eterno mattatore di Raiuno, la porta del museo: «Neanche in libreria, lo dico così Mondadori si arrabbia, perché magari uno compra il libro di Vespa e qualcun altro dice ’questa mica è cultura’ e allora parte la polemica. Anche se non so quanti diciottenni volevano aspettare il primo gennaio per comprare il libro di Vespa…». Stavolta il giornalista ribatte pronto, «il libro sarà esaurito molto prima», ma poi crolla sui giochi dei ragazzi, «e se poi i soldi se li giocano a flipper?». E dalla Play station che il ragazzo di Rignano ha installata nella testa parte la cannonata nella porta del giornalista. Come materialmente si potrà spendere il bonus resta avvolto nella nebbia, ma il rito sta per volgere al termine, Vespa si butta sull’economia, e poi ripiega esausto sulle protagoniste del suo libro. «Io non l’ho letto, aspetto il bonus», infierisce Renzi. E a questo punto forse diventa anche chiaro perché per illustrare la copertina di un volume dedicato alle donne Vespa abbia scelto una farfalla. Quello che amava le farfalle non era Silvio Berlusconi? Che bei ricordi…