Lunedì l’Irlanda è stata colpita dalla tempesta peggiore dei suoi ultimi 50 anni, quando i residui di Ophelia, il decimo uragano caraibico di quest’anno, hanno colpito in mattinata la costa Sud del paese, risalendo poi verso la parte settentrionale dell’isola nel corso della giornata. Il bilancio è pesante: tre morti, più di 300.000 abitazioni sono senza elettricità e quasi 70.000 persone al momento senza acqua corrente.

La conta dei danni non è ancora finita, ma si parla già di centinaia di milioni di euro. Le autorità hanno annunciato che alcune famiglie rimarranno senza elettricità per giorni, ricordando che nel 2014 erano stati necessari 8 giorni per ristabilire tutte le utenze dopo il passaggio della tempesta Darwin.

L’isola si è sostanzialmente fermata per un’intera giornata. Il governo ha deciso in via precauzionale di chiudere tutte le scuole e le università nella giornata di lunedì, e le aziende di trasporto pubblico hanno deciso di sospendere il servizio a partire dalla mattina. Molte aziende private hanno seguito l’esempio del governo chiudendo i battenti, spesso su richiesta dei sindacati che hanno scritto ai datori di lavoro per tutelare la sicurezza dei lavoratori.

Non sono comunque mancate le polemiche, visto che alcune imprese hanno deciso di rimanere aperte, costringendo i lavoratori ad affrontare la tempesta per arrivare al lavoro, senza peraltro avere la possibilità di utilizzare i mezzi pubblici. Martedì molte delle attività sono riprese, anche se l’allerta meteo è rimasta alta e il governo ha deciso di tenere ancora chiuse le scuole per valutare i danni subiti. Intanto la tempesta si è diretta verso il Galles e l’Inghilterra settentrionale, dove si prevede un impatto attenuato.

L’arrivo di Ophelia fino all’Irlanda sembra l’ennesimo segnale dei danni causati dal riscaldamento globale, poiché è molto raro che gli uragani arrivino con tale potenza da questo lato dell’Atlantico. In un articolo su Forbes, il meteorologo Marshall Shepherd ha dato come possibile spiegazione per questo fenomeno il surriscaldamento degli oceani. Mentre solitamente gli uragani si spengono prima di arrivare sul continente, le acque più calde avrebbero fatto da «trampolino» ad Ophelia fino al continente europeo. Riportando i dati di uno studio del 2013, Shepherd afferma anche che dovremmo aspettarci che fenomeni di questo tipo divengano più ricorrenti in futuro.

Intanto il servizio meteorologico Met Éireann ha messo in guardia per il possibile sviluppo di una seconda tempesta nel corso del week-end, anche se di minore intensità. I venti portati dall’uragano hanno avuto poi un’ulteriore tragico effetto collaterale, alimentando gli enormi incendi in Portogallo e in Spagna che in questi giorni hanno già causato decine di morti. Le polveri sprigionate dagli incendi sono arrivate insieme alle sabbie portate dal deserto africano fino a Londra, tingendo di rosso i cieli della capitale inglese, in una sorta di scenario post-apocalittico.