Zinar Bozkurt, all’anagrafe Mehmet, è un ragazzo di 26 anni, arrivato in Svezia otto anni fa. È un attivista per i diritti del popolo curdo, ha militato in Turchia nell’Hdp (il partito progressista filo-curdo) ed è omosessuale dichiarato.

Venerdì è stato arrestato perché l’ufficio migrazione svedese ha rigettato la sua richiesta di asilo. La Svezia, dove è in corso la campagna elettorale per le legislative del prossimo 11 settembre, aveva visto approvata la richiesta di adesione alla Nato il maggio scorso, con il voto favorevole della maggioranza del parlamento, dai socialdemocratici ai conservatori. Le richieste di estradizione fatte dal governo turco di dissidenti turchi e curdi nella penisola scandinava è stato uno dei punti principali per dare il via libera all’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato.

Il giovane Zinar però non è inserito nella lista dei «desideri» avanzata da Erdogan. Abbiamo chiesto al suo avvocato, le motivazione di questo arresto.

Avvocato Abdullah Deveci, lei è il legale che ha seguito la vicenda di Bozkurt fin dall’inizio. Venerdì il suo cliente è stato arrestato come immigrato irregolare ricevendo il decreto di espulsione dalla Svezia. Ci puoi spiegare questa decisione dell’Agenzia per l’immigrazione svedese e della Säpo (il servizio segreto svedese, ndr)? Quali sono le motivazioni alla base di questo provvedimento?

Il mio cliente è stato ritenuto in possesso dei requisiti per ottenere un permesso di soggiorno, ma Säpo è intervenuto e ha deciso che non gli sarebbe stato concesso un permesso di soggiorno e di lavoro e ha persino deciso un divieto di reingresso di 10 anni in tutta l’Ue. La valutazione dei servizi di sicurezza svedese è di natura politica e quindi lo è la decisione dell’Agenzia per l’immigrazione.

Perché ritiene che l’estradizione sia illegittima e quali rischi corre Zinar in Turchia?

Non hanno nessuna prova che il mio cliente appartenga al Pkk, né hanno messo alcuna prova sul tavolo. Questa decisione avviene solo perché è curdo e simpatizza con le organizzazioni curde e perché Säpo ha una profonda cooperazione con il Mit turco (i servizi segreti di Ankara, ndr), nient’altro.

Ha annunciato che farete ricorso presso la Corte di giustizia europea perché avete il fondato timore che Zinar possa essere, anche in considerazione del suo orientamento sessuale, oltre che arrestato anche torturato. Crede che il vostro ricorso verrà accolto?

Il motivo per cui considero l’estradizione illegale è che Zinar era arrivato in Svezia con un permesso di lavoro. All’inizio non ha avuto problemi nemmeno in Turchia, ma ora Säpo lo ha definito un terrorista e ne ha fatto un bersaglio per il regime fascista turco. Rischia 10 anni di carcere a causa della politica della Säpo e sarà sottoposto a tortura in Turchia. In un paese in cui esistono questi rischi, la Svezia, con la sua storia di diritti umani, non dovrebbe inviare nessuno. Ci auguriamo che il tribunale dell’Ue prenda sul serio il caso e possa fermare l’estradizione. Se tutti noi, svedesi e di altri popoli, combattiamo insieme e mostriamo al tribunale quali crimini potrebbero essere commessi in Turchia, penso che potremmo far approvare il ricorso.

A Bozkurt era già stato negato lo status di rifugiato nel 2020, prima dell’iter di adesione della Svezia alla Nato con le conseguenti richieste turche di consegna di oppositori politici curdi e turchi. Crede che l’accelerazione sul caso sia legata alle richieste di Erdogan o ci sia una strategia dei socialdemocratici di mostrarsi come partito dell’ordine e della legge, visto che è uno dei temi principali della campagna elettorale in corso?

È vero che il caso di Zinar riguardava già indagini della Säpo nel 2020. È dal 2019 che i servizi segreti sono entrati in scena in questi casi e da tre anni collaborano con il Mit turco. La settimana prossima si svolgerà l’incontro in Finlandia tra i leader scandinavi e il dittatore Erdogan. Zinar viene sacrificato sull’altare della Nato.