Benedetto da papa Bergoglio («C’è una parola che non dobbiamo mai stancarci di ripetere e soprattutto di testimoniare: dialogo»), il Meeting ciellino numero 37 alla Fiera di Rimini si prepara ad entrare nel vivo.

Oggi il programma offre il doppio appuntamento con le mappe della presidente Rai Monica Maggioni; la lezione repubblicana di Giuliano Amato; il dibattito sulle città che non possono morire con l’inviato speciale dell’Onu per la Siria De Mistura, Gultan Kisanak, sindaco di Diyarbakir in Turchia, il renziano Dario Nardella e Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa e Linosa.

Intanto la “macchina” di comunione e liberazione punta a replicare 2-300 mila visitatori e con Sandro Ricci, direttore della Fondazione Meeting, stima in 5,7 milioni di euro il bilancio della manifestazione sorretta da sponsor, enti pubblici e associazioni di categoria come Federlegno.

Tuttavia, anche la fraternità religiosa di Julián Carrón sopporta i contraccolpi del business in crisi che colpisce la Compagnia delle Opere e le incertezze della politica post-Berlusconi. I ciellini formalmente dialogano con i poteri, in realtà si piccano di interpretare il movimento carsico che li condizionerà. È stato così fin dai tempi della Dc di Andreotti & Sbardella e del celeste Formigoni.

A Rimini, però, si registrano almeno due segnali politicamente sintomatici. Giorgio Vittadini, professore della sussidiarietà ciellina, nell’intervista al Corsera non si è speso pubblicamente per il “sì” al referendum sulla riforma costituzionale e ha invocato la libertà di coscienza in attesa di Maria Elena Boschi ospite d’onore al Meeting il 24 agosto.

Poi c’è il sito ufficiale di CL che quasi si diverte a maramaldeggiare con Matteo Renzi. Il retroscena del sussidiario.net (presieduto da Graziano Debellini, classe 1953, uno dei co-fondatori della fraternità di don Giussani) che si è schiuso ieri pomeriggio s’intitolava: «Se Renzi cambia la Costituzione perché glielo chiede JP Morgan». Fra un aneddoto al vetriolo e lo scenario finanziario, il premier in carica ne esce come epigono italiano del riformismo di Tony Blair, ma soprattutto come olimpico comunicatore virtuale.

Così il quotidiano ciellino on line sembra voler scommettere sul mancato sindaco di Milano più che sull’ex sindaco di Firenze. E la lunga dissertazione ermeneutica si conclude così: «Giochi. Olimpiadi. Renziadi. Parisiadi. Noi che siamo rimasti ingenui, continuiamo a fare il tifo per l’Italia».

Tramontata Expo 2015 e in attesa di Roma 2024, dal Meeting di Rimini parte la campagna d’autunno destinata a giubilare il Granducato di Toscana in nome di quello del Lussemburgo che ha espresso il massimo vertice dell’Ue? Fra Napoli e Ventotene potrebbe già arrivare la reazione dell’inquilino di palazzo Chigi.