Le urne non lo sappiamo, ma le piazze a Milano di questi tempi sono sempre piene. Con effetti anche surreali, come è accaduto ieri pomeriggio, una giornata strana, quasi un 12 dicembre prolungato. Ci si è ritrovati per ricordare la strage di piazza Fontana. Ma anche per contestare le “sentinelle in piedi” e per ricordare i caduti di un’altra strage (migliaia di cadaveri dispersi nel mediterraneo). Ma andiamo con ordine a specchiarci in tre pezzi di realtà che in qualche modo sono (sarebbero) destinati a trovare una stessa cornice di pensiero.

In piazza XXIV Maggio, dietro allo striscione del Ponte della Ghisolfa – “Pinelli assassinato, Valpreda innocente” – cinquecento persone hanno voluto sottolineare l’importanza di non dimenticare, ma per agire sul presente. Non c’era aria di nostalgia, perché il nuovo fascismo è qui. Forse più insidioso di prima (Milano, per la prima volta nella sua storia, i nuovi fascisti li ha visti all’opera proprio in piazza Duomo, andavano a braccetto con la Lega). Una manifestazione già vista, ma doverosa (e domani, al Leoncavallo, se ne riparla con Maurizio Landini)

Cambiamo scenario, e anche discorso. Decisamente spiazzante l’impatto delle “sentinelle in piedi” che hanno occupato l’Arco della Pace. Circa trecento persone (per cui fin troppe) si sono messe sull’attenti con un libro in mano per leggere in silenzio, disturbate da un gruppo pittoresco rumorosamente laico e di sinistra che per l’occasione si è portato delle sedie da casa. Seduti contro in piedi. Una scena inedita da queste parti: un plotone con attitudine piuttosto lugubre che finge indifferenza e poco distante un presidio scanzonato che intona coretti di scherno, stonando sulle canzoni pop anni Settanta: “Comprami, sono in vendita”.

Infine, in Porta Venezia, un altro gruppo di persone ha inscenato un flash mob per ricordare tutti i migranti che hanno trovato la morte nel mar mediterraneo. L’iniziativa è in occasione della giornata di azione globale per i diritti dei migranti che si terrà mercoledì prossimo.