La Superlega non piace quasi a nessuno. Neppure ad alcuni allenatori di squadre che sono parte del progetto. Ma il padrone del vapore, ovvero il presidente del Real Madrid, Florentino Perez, non arretra di un millimetro. A El Chiringuito Tv, assai vicina alle vicende del Real Madrid, Perez almeno non ha provato a prendere in giro i tifosi, come Agnelli qualche ora prima: la Superlega non si fa per i tifosi ma per soldi, sennò le società indebitate fallirebbero all’istante.

A PARTIRE proprio dal Real, sotto di 400 milioni di euro anche per la pandemia. Quindi, in attesa di venerdì, giornata nella quale l’Uefa deciderà se eliminare dalle semifiinali di Champions lo stesso Real, Chelsea e Manchester City, Perez non ha nessuna volontà di fare marcia indietro. Ma il discorso, forse, non vale per tutte. Sulla scia della furia del governo inglese, dei tifosi e della Premier League, ci potrebbe essere (Guardian e Times confermano l’ipotesi) la rinuncia di Chelsea (e secondo la Bbc starebbe preparando la documentazione per sfilarsi dall’accordo) e di Manchester City.
Forse anche per questo motivo Pep Guardiola si è schierato contro la Superlega: «Quando non esiste relazione tra l’impiego e il risultato, non è più sport – ha detto lo spagnolo -, ma stiamo parlando solo di un comunicato. Sono altre le persone che devono chiarire, che hanno l’obbligo e il dovere di uscire allo scoperto al più presto e di spiegare a tutto il mondo quale è la situazione e il perché della loro decisione. L’Ajax ha vinto quattro o cinque Coppe dei Campioni e non c’è? Devono spiegarlo a tutti noi». Prima di Guardiola – e di Klopp, che pure si è detto contrario al progetto e lo ha lasciato intendere addirittura Zidane, tecnico del Real Madrid – il presidente della Fifa, Gianni Infantino, aveva confermato l’orientamento di estromettere dalle nazionali i calciatori che prenderanno parte alla Superlega. Ciò che sembra chiaro al momento è che il muro contro muro costringerà a un incontro a un tentativo di mediazione. Anche perché – l’indiscrezione arriva dall’agenzia Reuters – il tribunale di Madrid potrebbe proibire sia a Uefa che a Fifa di bloccare il lancio della Superlega, senza sanzioni per club e atleti, in attesa dell’esame del caso.

SOTTOBANCO infatti l’Uefa, secondo Bloomberg, sarebbe pronta a cancellare la nuova Champions League (varata solo 24 ore prima) con una Superlega da 4,5 miliardi di euro di montepremi: in piedi una trattativa con un fondo inglese per reperire la somma, un finanziatore – come JP Morgan per la lega di Perez, Agnelli e soci – allo scopo di saldare i conti in passivo del calcio europeo. Sul fronte italiano, la Roma si è nettamente schierata contro la Superlega, (Perez aveva aperto alla presenza, in alternanza, dei giallorossi e del Napoli tra le società invitate): competizione contro lo spirito del gioco, la posizione ufficiale della proprietà romanista, espressa in una lettera aperta ai tifosi sul sito ufficiale.

E SE AL MILAN sono state stappate diverse bottiglie di champagne, perché la presenza nella Superlega valorizza l’investimento del fondo Elliott, il Napoli non si sbilancia. Aurelio De Laurentiis via Twitter smentisce il Corriere dello Sport sul contatto con JP Morgan (che finanzia la Superlega con quasi sei miliardi di euro) per l’ingresso nel gruppo delle 12 del club partenopeo.
Ma in tarda serata la situazione precipita, la Superlega perde rapidamente i pezzi e si sta sfaldando. Secondo indiscrezioni infatti avrebbe fatto un passo indietro l’Atletico Madrid e starebbe per farlo anche il Barcellona, che avrebbe scelto di subordinare la decisione all’approvazione dei soci. Una riunione d’urgenza notturna (che non ci consente di aggiornare l’evolversi della situazione) è stata convocata dai club scissionisti.