Sabato prossimo sono attesi a Roma Véronique Rouillé e Yvan Yonnet. Presentati come «esponenti dei gilet gialli», dialogheranno con l’economista no euro Antonio Maria Rinaldi. Organizza il gruppo P101 di Moreno Pasquinelli, che dall’anti-imperialismo è passato negli anni scorsi al sovranismo. Pare proprio che per i francesi, che non nascondono la tentazione di presentarsi alle elezioni dopo la fallimentare esperienza con il Partito della demondializzazione, sarà l’occasione per vedere anche Luigi Di Maio.

IL QUALE È SEMPRE PIÙ convinto: la via stretta che in Europa (e di rimando in Italia) conduce ad una collocazione autonoma dalla sinistra e dai sovranisti passa per un alleanza con la parte dei gilet gialli che ambisce a fare una lista elettorale. Anche per questo motivo Di Maio risponde a muso duro al ministro francese per gli affari esteri Nathalie Loiseau, che aveva contestato l’ingerenza del grillino: «Il popolo francese chiede il cambiamento e un maggiore ascolto delle loro esigenze – dice Di Maio – Non posso non condividere questi desideri, né penso di dire nulla di offensivo verso i cittadini francesi». Sui giornali d’Oltralpe si citano fonti diplomatiche che minimizzano: la posizione del Movimento 5 Stelle viene letta più come mossa di comunicazione politica che di relazioni internazionali.

IL CAPO POLITICO GRILLINO ieri si è precipitato a Bruxelles sempre allo scopo di preparare la campagna per le europee. L’obiettivo è creare un gruppo politico autonomo dentro il parlamento europeo. Cosa non facile, visti i numeri: servono almeno 25 deputati provenienti da sette paesi, almeno un quarto degli stati Ue. Alle scorse elezioni il M5S ne aveva eletti 15, ma la pattuglia si è poi ridotta per defezioni ed espulsioni. Tra i superstiti c’è il siciliano Ignazio Corrao. Una volta eletto, quando dovette andare per la prima volta a Bruxelles organizzò il viaggio in autostop. Nei primi mesi di attività elogiò il lavoro di salvataggio il mare delle navi italiane. Poi si è adeguato ai mutamenti di rotta. Adesso è in lizza per un posto in lista alle prossime elezioni ed esalta «il grido di giustizia sociale che arriva dal popolo francese». «Noi critichiamo la violenza di certe frange, ma le istanze dei gilet gialli vanno ascoltate. Ecco perché Luigi Di Maio ha fatto bene a scrivere una lettera offrendo la nostra collaborazione», dice Corrao. L’europarlamentare vicino a Di Maio sintetizza così il ragionamento dei grillini: «Né Macron, né tantomeno Le Pen e Mélenchon sono in grado di intercettare quel vuoto politico creato dalle politiche miopi portate avanti in Europa. I cittadini chiedono più partecipazione, più diritti e più condivisione. Da qui nasce il futuro e il rilancio dell’Unione Europea».

LO SCHEMA CHE HA FUNZIONATO in Italia verrà riproposto in Europa. Di fronte alla debolezza delle famiglie tradizionali, il M5S agirà in due tempi. Prima cercherà di presentarsi in veste movimentista assieme a gente come (cui fa capo l’ala moderata dei gilet gialli) o i finlandesi del Liike Nyt, piccola formazione nata giusto qualche mese fa da una mini-scissione dal partito di centrodestra. In un secondo momento, è l’auspicio, quando il nuovo gruppo sarà l’ago della bilancia degli equilibri dell’Unione, farà valere la sua forza determinante per costituire una maggioranza.

GRAN CONDOTTIERO della campagna elettorale sarà Alessandro Di Battista. Ma i vertici contano di coinvolgere gli oltre trecento eletti al parlamento nazionale. Ecco perché ieri deputati e senatori sono stati invitati a dire la loro sui programmi «rispettando l’attinenza a macrotemi che rientrino nelle competenze specifiche dell’Unione europa definite nei trattati».