Una delle autrici più attese alla manifestazione ChiassoLetteraria (1-5 maggio) è la norvegese Monica Kristensen. A 69 anni, ha già vissuto almeno tre vite. Dopo la laurea in fisica e le ricerche glaciologiche sugli ambienti artici e antartici degli anni ’80, è diventata una famosa esploratrice: in tre diverse spedizioni al Polo Sud ha ripercorso le orme di Roald Amundsen, che per primo lo aveva raggiunto a piedi nel 1911. Nell’ultimo tentativo del 1993 perse la vita Jostein Helgestad, il responsabile della logistica del viaggio. Dopo l’incidente, Kristensen non ha più organizzato spedizioni e dal 2007 si è dedicata alla narrativa. La saga bestseller dell’investigatore Knut Fjeld, ambientata nelle remote isole Svalbard, unisce al thriller la grande conoscenza di luoghi in cui Kristensen ha vissuto a lungo.

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Nel suo recente libro, L’ultimo viaggio di Amundsen appena pubblicato da Iperborea (pp. 307, euro 19,50), l’autrice cambia ancora strada. È una ricostruzione storica degli ultimi giorni di Roald Amundsen. L’esploratore scomparve senza tracce mentre, con i pionieristici mezzi aerei dell’epoca, era alla ricerca di un altro esploratore famoso: il suo rivale Umberto Nobile, precipitato sui ghiacci artici con il suo dirigibile Italia. Le operazioni di recupero furono drammatiche – i soccorsi fecero più vittime dell’incidente – e videro intrecciarsi interessi economici e politici. Sulla base di un’enorme mole di documenti, Kristensen avanza ipotesi sorprendenti sull’enigma della scomparsa di Amundsen.

Come ai suoi inizi, torna all’inseguimento di Amundsen e alla ricerca, stavolta in ambito storico. Si chiude un cerchio?
Preferisco pensarlo come una spirale, che non si chiude. Oggi conosco molto di più la persona Roald Amundsen, rispetto a quando ne seguivo le tracce verso il Polo sud. Spero di finire entro l’anno il mio prossimo documentario, il cui titolo provvisorio è Impero nel ghiaccio, sul tentativo norvegese di riprendersi territori e isole che appartenevano al regno all’inizio del medioevo. Amundsen ha un ruolo, ma non è uno dei personaggi principali: indago la sua influenza sulla politica norvegese. In realtà, ho appena iniziato un nuovo lavoro documentario, in cui Roald Amundsen torna a svolgere un ruolo importante. Questo progetto però non finirà prima del 2021. Tutti i libri richiederanno un lungo lavoro di ricerca.

Cosa l’ha spinta a intraprendere un lavoro di documentazione così esigente?
Mi piace scoprire parti della storia sconosciute, male interpretate o sottovalutate. Per me è come scoprire tesori.

Amundsen organizzò una spedizione per cercare Nobile, e scomparve insieme a tutto l’equipaggio. C’è qualche relazione con l’incidente del 1993, quando perse la vita un componente di una sua spedizione?
La morte di Jostein Helgestad è stata un evento molto doloroso. Mi trovavo a seicento chilometri di distanza dal crepaccio che lo inghiottì e potevo fare poco per aiutarlo, ma sentii che come leader della spedizione avevo la responsabilità di riportare a casa vivi tutti i componenti del team. Avevo fallito. Ma non penso più di dover rinunciare alla ricerca in ogni sua forma a causa di quell’incidente. Non credo che sarebbe stato il desiderio di Jostein.

Esplorazioni così pericolose sono ancora necessarie per la ricerca scientifica, o la tecnologia ha reso ormai obsoleti il coraggio e l’avventura?
Le regioni polari sono ancora luoghi pericolosi – freddi, tempestosi, letali. La tecnologia non può proteggere in ogni circostanza. Credo che l’esperienza dia una maggiore protezione, quando si lavora nell’Artico o sull’Antartide. A differenza di molti altri esploratori, io credo anche nella fortuna, e l’ho sperimentata su me stessa.

Molti credono che le operazioni di recupero siano uno spreco di denaro pubblico, in quanto oggi l’esplorazione è più uno sport che un’attività scientifica…
Nel cuore delle organizzazioni di ricerca e soccorso c’è un vecchio detto dei marinai: non si rinuncia facilmente a provare a salvare dei colleghi. Vale lo stesso per i minatori delle Svalbard, o per gli scalatori sull’Everest. L’impresa di ricerca e salvataggio dopo l’incidente del dirigibile Italia è stata la più grande operazione di sempre nell’Artico. Sono orgogliosa per tutte le nazioni che vi hanno partecipato. La Norvegia era un paese povero all’epoca, ma abbiamo svolto un ruolo importante. Vi furono molti eroi, non ultimi i russi sulle navi Malyugin e Krassin, compresi i loro piloti.

In un’intervista, a proposito del mutamento climatico ha detto: «l’unico modo di fermarlo che mi viene in mente è cambiare l’organizzazione la società». Invoca una rivoluzione?
Mi piacerebbe credere in risposte semplici alla crisi climatica, ambientale, di sovrappopolazione. Noi, il popolo, dobbiamo trovare un modo diverso di comportarci gli uni verso gli altri, e verso il nostro sacro e meraviglioso pianeta. Dobbiamo diventare delle versioni migliori di noi stessi. E coltivare eroismi diversi dal capitalismo, dal cinismo, da una società basata sullo status. Non piacerebbe a tutti vivere nella pace e nella modestia?

Cosa pensa del movimento «Friday for future» guidato da Greta Thunberg?
Provo ammirazione per le proteste e per i movimenti dei giovani. Ma perdono di significato se i leader di questi movimenti viaggiano in aeroplano e dopo la manifestazione vanno a mangiarsi un hamburger (non si riferisce alla vegana Greta Thunberg, ndr). È necessario abbandonare le nostre abitudini più inquinanti. Si può fare gradualmente, ma con un’eccezione: mettiamo al bando tutta la plastica ora! All’inizio sembrerà impossibile, poi per molto tempo ci sembrerà difficile, ma ce la faremo.

 

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NOTIZIARIO SCIENZA

Il vaccino anti-malaria fa discutere

In Malawi è iniziata la somministrazione del primo vaccino contro la malaria. Si chiama con la sigla RTS,S ed è costato circa 700 milioni di dollari e 32 anni di ricerca e sviluppo. A breve, anche Kenya e Ghana lo adotteranno. Entro il 2023 si potranno immunizzare oltre un milione di bambini contro una malattia che uccide 1200 persone al giorno, soprattutto in Africa. Il programma però non soddisfa tutti gli esperti. Il vaccino RTS,S è efficace solo nel 40% dei casi, e richiede 4 iniezioni nei primi 18 mesi di vita. Molti ritengono che lo sforzo organizzativo sia troppo costoso, e che oltre all’immunizzazione parziale dalla malaria comporti un aumento di mortalità per altre cause. Inoltre, le risorse investite avrebbero potuto essere destinate ad altri vaccini, che nelle sperimentazioni si sono rivelati per ora più efficaci e che sono ancora alla fase preliminare dei trial clinici.

 

Rilevato il primo terremoto su Marte

Su Marte non c’è attività tettonica, ma il pianeta è geologicamente attivo. La sonda InSight approdata sul suo suolo lo scorso novembre ha registrato il primo terremoto marziano. Il sisma è stato di debolissima intensità (magnitudo tra 2 e 2,5) ma è durato una decina di minuti, un tempo molto lungo per un terremoto di così piccola intensità. Se le onde sismiche saranno più forti, permetteranno di studiare la struttura interna di Marte. La propagazione delle onde sismiche è influenzata dalla natura del materiale che attraversano. Studiando le caratteristiche dell’onda si possono ricavare informazioni sul nucleo, sul mantello e sulla crosta di Marte attraversate dall’onda. Per questo motivo, gli scienziati della Nasa hanno installato un sismografo sul lander InSight.

 

Come parlare senza usare la voce

Gli scienziati dell’Università della California di Berkeley e San Francisco hanno sviluppato una rete neurale capace di decodificare i segnali neuroelettrici corrispondenti alla pronuncia della voce. Hanno analizzato l’attività elettrica del cervello nel momento in cui aziona la muscolatura necessaria a pronunciare le parole. Studiando i segnali, i ricercatori hanno trovato un modo di risalire agli impulsi cerebrali corrispondenti alle lettere pronunciate. Sono così riusciti a decodificare circa la metà di un discorso pronunciato muovendo i muscoli della bocca ma senza emettere suoni grazie un sistema di elettrodi impiantati sul cranio. Non è chiaro se la sola attività cerebrale (arata dal movimento dei muscoli), sia in grado di generare un segnale abbastanza chiaro da poter essere tradotto in un suono intellegibile. La scoperta è stata pubblicata su «Nature»