In Giappone, specialmente negli agglomerati urbani, la frequenza con la quale i locali aprono e subito chiudono dopo qualche anno, se non qualche mese, è un fatto che disorienta, anche nel senso più letterale del termine. In questo flusso di forma e sostanza però, allo stesso tempo il paese asiatico è patria di alcuni dei locali o aziende più vecchie del pianeta, di solito a gestione famigliare, da ristoranti a hotel tradizionali a laboratori di bambù e piccole fabbriche di prodotti laccati. Uno degli esempi più celebri a livello planetario è la Nintendo, fondata da Fusajiro Yamauchi nel lontano 23 settembre del 1889, centotrenta anni fa.

LA STORIA di quello che è oggi un colosso dei videogiochi inizia in un piccolo quartiere di Kyoto dove Yamauchi, un artigiano innamorato dei giochi, decide di disegnare, produrre e vendere in proprio delle carte da gioco: il suo piccolo laboratorio fu chiamato Yamauchi Nintendo. La storie delle carte da gioco è tanto interessante quanto la storia dell’azienda stessa: introdotte per la prima volta nell’arcipelago verso la metà del sedicesimo secolo da missionari europei, vennero fin quasi da subito proibite. Come spesso accade in questi frangenti, il divieto ne aumentò la popolarità e di volta in volta nuovi tipi di carte furono inventati e quasi subito proibiti, in un processo quasi infinito.

POPOLARI specialmente fra i malavitosi, le sfide a colpi di giochi di carte sono un tema ricorrente nei film di yakuza ed una scusa per far esplodere la fantasia estetica di molti registi e diventano legali verso la fine del diciannovesimo secolo, durante il periodo di apertura del Giappone verso l’estero e le influenze occidentali. Yamauchi coglie la palla al balzo e la produzione di queste carte, chiamate Hanafuda, si rivela un enorme successo, che peraltro continua ancora oggi. Benché Nintendo sia oramai sinonimo di videogiochi , la compagnia giapponese produce infatti ancora oggi giochi di carte, spesso legate ai personaggi divenuti simbolo dell’azienda attraverso i videogiochi.

Nel 1965, anche grazie all’economia in piena espansione, dopo aver tentato la fortuna nella produzione di elettrodomestici, nel mercato dei taxi ed in quello dei Love Hotel, ma senza successo, arriva l’intuizione geniale. Gunpei Yokoi, uno dei lavoratori impiegati nella compagnia, nei tempi morti si diverte a costruire dei giocattoli e fra questi realizza anche una mano di plastica o legno estendibile, la cosiddetta Ultra Hand. Messa in vendita si rivela un successo, il primo di una lunga serie che caratterizzerà la produzione di giocattoli Nintendo fino circa alla fine degli anni settanta. In questo decennio si aggiunge anche l’elettronica che dà un taglio diverso ai vari giochi realizzati dalla compagnia, e contemporaneamente in America e nel resto del mondo si comincia a sperimentare con la produzione di videogiochi.

DALLA PRIMA console da tavolo, il Color TV Game 6 nel 1977, dopo vari fallimenti si arriva al 1981, quando Shigeru Miyamoto crea Donkey Kong, videogame per sala giochi in cui appare per la prima volta il personaggio di Mario, qui ancora chiamato Jumpman. I tempi sembrano maturi per qualcosa di diverso, in Giappone come nel resto dell’Occidente siamo in pieno riflusso, con una tendenza a dare più importanza alla vita passata fra le mura domestiche: televisione e videogiochi saranno spesso i genitori alternativi di molti bambini cresciuti durante gli anni ottanta. Ecco allora che nel 1983 arriva il famicom, la console da tavolo che domina il mercato per decenni, introducendo giochi che sarebbero diventati parte dell’immaginario popolare di più di una generazione, su tutti Super Mario Bros, uscito nel 1985.

QUATTRO ANNI più tardi la storia si ripete con il successo planetario del Game Boy, una delle console portatili che più hanno caratterizzato la cultura pop degli ultimi tre decenni. Fra drammi, la prematura scomparsa di Yokoi in un incidente, vari insuccessi e la concorrenza di altri giganti del settore come la Sony, bisogna arrivare fino al 2004 per assistere ad una nuova svolta. È l’anno del Nintendo DS, altra console portatile e altro fenomeno di costume, e più tardi del Wii e del Nintendo Switch, ma questa è storia più recente e conosciuta.