Nel cuore della città rovente c’è un insolito luogo in cui trovare refrigerio. Palazzo Venezia apre le porte sul suo «Giardino ritrovato» e si trasforma in palcoscenico per chicche site specific che coniugano linguaggi scenici diversi, con l’intenzione di modificare tempi e modi di fruizione degli spazi dell’arte. Inaugurata l’estate scorsa con la riapertura del giardino, la rassegna quest’anno è inserita in Artcity, progetto realizzato dal Polo museale del Lazio, con la cura di Sonia Martone, direttrice del Museo di Palazzo Venezia, e di Anna Selvi, direttrice dell’ufficio teatro e danza del Polo. Finanziato quindi dal Mibact, a Roma, Artcity supplisce alla carenza di proposte culturali e ai ritardi del Campidoglio, proprio nel quarantennale dell’Estate romana inventata da Renato Nicolini. Duettando con il cartellone di Castel Sant’Angelo, il programma del «Giardino ritrovato» raccoglie artisti vocati al confronto con i conflitti del presente.

È il caso di Marco Baliani che ha presentato il suo Del coraggio silenzioso, intensa raccolta di personaggi semisconosciuti ma inseriti con le loro azioni nella Storia contemporanea. Padre del teatro di narrazione, Baliani qui riscrive 5 esistenze esemplari, disegnandone i contesti e le gesta «eroiche». Sulle note di Max De Aloe, ecco prendere forma il rifiuto di Rosa Parks a cedere il posto a un bianco sul bus e l’arresto a Lampedusa del pescatore tunisino, Zenzeri Abdlbasset, salvatore di immigrati. E poi l’archeologo Khaled al-Asaad massacrato a Palmira, la poetessa Ilse Weber assassinata a Auschwitz con i bambini di Terezin, fino alla strenue resistenza del monaco tibetano, Palden Gyatso.