La miccia è stata, la scorsa settimana, l’anteprima stampa americana di Thor: Ragnarok a cui la Disney – casa di produzione del film – ha rifiutato di far entrare i giornalisti del «Los Angeles Times». Il motivo è un reportage di Daniel Miller pubblicato dal quotidiano lo scorso settembre sui rapporti tra Disney e Anaheim, cittadina californiana che ospita Disneyland e il Disney California Adventure Park: secondo quanto riportato dal «Times», i rapporti contrattuali tra Disney e la cittadina sono ad esclusivo vantaggio della corporation. «Nonostante la nostra condivisione, nel corso di svariati mesi, di numerosi e indiscutibili fatti con il reporter, diversi redattori e lo stesso editore – è stato il comunicato di risposta della Disney – il «Times» ha proceduto con i suoi articoli pregiudizievoli e inaccurati, interamente guidati da motivazioni politiche. Abbiamo avuto una lunga relazione con il «Los Angeles Times». È nostra speranza che in futuro si conformeranno a una copertura giornalistica equilibrata».

L’entità della «vendetta» dello Studio – che nel frattempo, riporta Cnbc, starebbe trattando l’acquisizione di buona parte della 21st Century Fox – è venuta alla luce solo dopo la premiere di Thor. Una mossa che si è però ritorta contro la stessa Disney dato che molti giornalisti le hanno dichiarato un boicottaggio finché il quotidiano non verrà riammesso alle proiezioni. Fino ad allora, ha scritto la critica del «Washington Post» Alyssa Rosenberg – «Non posso partecipare in buona coscienza a simili eventi o scrivere recensioni in anticipo sull’uscita dei film».

Altri giornalisti hanno annunciato il boicottaggio, mentre quattro associazioni di critici – di Los Angeles, New York, Boston e la National Society of Film Critics – hanno promesso di squalificare i film della Disney dall’assegnazione dei premi di fine anno finché non verrà revocato il ban. «Le azioni della Disney sono l’antitesi dei principi della stampa libera, e istituiscono un pericoloso precedente in un’epoca di già elevata ostilità nei confronti dei giornalisti», recita il loro comunicato congiunto.

Gli articoli di Miller accusano la corporation di aver ottenuto delle concessioni (in forma ad esempio di sgravi fiscali) penalizzanti per la stessa Anaheim, facendo leva sul suo potere e su pressioni nei confronti di politici locali. Nonostante la smentita, Disney non ha contestato alcun fatto in particolare del reportage e non è ricorsa a vie legali.