C’è da credere che oggi tutta l’attenzione sarà per lei, Kim Yo-Jong, potentissima sorella di Kim – prima responsabile dell’immagine del «Brillante leader» e oggi parte del Politburo del partito dei lavoratori – giunta al Sud per le Olimpiadi.

PRIMA VOLTA DA 68 ANNI per un’appartenente alla famiglia «regnante» e scacco totale di Pyongyang a organizzatori e Stati uniti. Intanto c’è «il rompicapo», come l’ha chiamato la stampa straniera: come fare in modo che la trentenne Kim non debba incontrarsi con il segretario di stato Usa Pence?

DI SICURO non si potrà evitare una vicinanza durante la cerimonia inaugurale, ma per il resto il mantra sembra quello che vuole evitare strani incontri. Poi: l’arrivo della sorella di Kim – nella lista nera Usa ma non sanzionata – e di altri funzionari ha creato un altro disguido. Uno dei membri della delegazione, infatti, è colpito da sanzioni. Che fare?

LA COREA DEL SUD, in un ennesimo passo pacifico nei confronti dei dirimpettai del Nord, ha chiesto all’Onu di sospendere «a tempo» le sanzioni, in modo da non creare ulteriori problematiche. Permesso accordato e mezzo mondo che si chiede se quello di Kim – che ieri in ogni caso ha organizzato la sua bella parata militare – è un gesto distensivo o l’ennesima dimostrazione di quanta forza negoziale dia il nucleare. Di certo c’è un fatto: la delegazione della Corea del Nord incontrerà il presidente sud coreano Moon Jae-in; non significa che siamo vicini alla soluzione della crisi, anzi c’è ancora moltissimo da fare, ma significa – unendo i puntini – che le due Coree stanno compiendo passi avanti alla faccia di Donald Trump – straordinariamente silente in questi giorni; forse anche a lui non toccare palla ogni tanto fa bene, quantomeno a livello di sforzo su Twitter.

NOTA DI COLORE: il gran rifiuto di atleti nord coreani e iraniani all’offerta sud coreana di dotarsi di smartphone Samsung. Come ha riferito l’agenzia sudcoreana Yonhap – che in questi giorni non pare molto morbida con le aperture di Moon Jae-in – gli atleti arrivati da Pyongyang hanno declinato l’offerta di utilizzare i telefoni che gli organizzatori avevano messo a disposizione. La Samsung aveva fornito infatti circa 4.000 apparecchi ad atleti e dirigenti.

L’OFFERTA avrebbe dovuto escludere Corea del Nord e Iran, in quanto paesi colpiti da sanzioni Onu. Su iniziativa del Cio, le proposta è stata estesa anche alle due delegazioni che però hanno rifiutato.