Grande confusione sotto il cielo della sinistra radicale italiana ma la situazione non è eccellente, almeno per ora.

Al lato sinistro del Pd il 2019 si apre con la nebbia fitta. Per la seconda settimana di gennaio De Magistris ha convocato la nuova – ennesima – riunione che dovrebbe sancire l’inizio della raccolta delle firme per la sua lista alle europee del 26 maggio.

Saranno della partita Sinistra italiana, Rifondazione comunista ma anche la «vecchia» Altra Europa con Tsipras, il cui simbolo potrebbe partecipare di diritto alla competizione per Bruxelles. Ma il sindaco di Napoli preferisce una strada più civica: si è convinto, con fatica, che la sua faccia e il suo marchio – anche con la parola magica «popolo» nel simbolo – non sono abbastanza per un exploit alle urne e ora è a caccia di nomi-simbolo.

Corteggiato numero uno è l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. Che fin qui ha affettuosamente declinato.

Qualche sì «di peso» però è arrivato: quello ancora non ufficiale di Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Cucchi (Ilaria ha declinato).

La sinistra ancora tramortita dal flop delle politiche guarda con speranza anche a un evento esterno ma non troppo: l’elezione di Maurizio Landini a segretario Cgil.

L’ex leader della Fiom, a suo tempo leader della Coalizione sociale con Stefano Rodotà e don Luigi Ciotti, potrebbe favorire la ripresa di fiato della sinistra.

Fuori da questi giochi da una parte Potere al popolo, dall’altra Mdp.

In freddo con De Magistris, Pap annuncia la raccolta delle firme per le europee, una scelta che il sindaco interpreta come pura azione di disturbo nei sui confronti.

Dall’altro lato, un’assemblea milanese degli autoconvocati di Liberi e uguali a metà febbraio sancirà la scissione «di velluto» fra Piero Grasso, Mdp e Sinistra italiana. I toni saranno soft per evitare ripercussioni nel gruppo parlamentare di Montecitorio.

L’ex procuratore era convinto di portare avanti Leu insieme a Nicola Fratoianni, che invece per ora si dedica più attivamente a costruire una rete di intervento sociale e di opposizione al governo gialloverde.

Articolo 1-Mdp invece ha rotto con l’ex presidente del senato. Il coordinatore Speranza si dichiara in attesa della nascita di una nuova sinistra dalla scissione del Pd e dalla frattura interna di M5S.

Il rompicapo delle europee si incastra con quello non meno complicato delle regionali ma soprattutto delle amministrative che si svolgeranno nello stesso giorno, il 26 maggio.

Fra le grandi città al voto, a sinistra è allarme rosso sul comune di Firenze.

Il Pd ripresenta Dario Nardella, renziano ormai in ribasso nei sondaggi. Uno studio dell’istituto Cattaneo dimostra come nel capoluogo fiorentino il voto dei 5 stelle è ancora poco fidelizzato e potrebbe riversarsi su un nome «radicale», di sinistra ma anche di destra. La «sinistra radicale» ci prova, anche se non è facile.

Tramontata l’ipotesi Tomaso Montanari, lo storico dell’arte presidente di Libertà e giustizia, già vicino ai 5 stelle.