Los pueblos deciden («I popoli decidono») è una delle liste spagnole alle elezioni di domenica. Formata da partiti nazionalisti di sinistra radicale provenienti da varie parti del territorio peninsulare, punta a eleggere almeno un eurodeputato, unendo tutti i voti nell’unico collegio nazionale. Le due principali forze sono i baschi di Euskal Herria Bildu e il Bng, il Blocco nazionalista galiziano. Abbiamo incontrato a margine di un’iniziativa elettorale nei pressi di Barcellona la candidata Maite Iturre. Nata in Brasile da genitori baschi, vive in Navarra. Parla portoghese, spagnolo, basco, catalano, francese, inglese: «Ma per essere una buona deputata più importanti delle lingue sono l’impegno e l’ancoraggio al territorio».

Le vostre priorità per l’Europa.

Primo, rivendicare una rivoluzione democratica. Le istituzioni europee attuali non sono rappresentative. Chi decide realmente è la troika, senza legittimità. Secondo, un cambiamento del modello socio-economico dell’Ue: abbiamo ottenuto la pace, ma costruendo un grande mercato. Gli interessi di banche, multinazionali e lobby sovrastano quelli delle persone. Terzo, il diritto dei popoli, delle nazioni senza stato, a decidere: un esercizio democratico che nell’Europa attuale degli stati viene negato.

Che differenza c’è con gli altri partiti di sinistra?

Per noi la liberazione sociale ed economica va unita alla liberazione nazionale. Sono due parti dello stesso processo.

Se sarete eletti, in che gruppo vi iscrivete?

Non lo abbiamo deciso. C’è il precedente delle ultime elezioni, con un’alleanza formata da alcuni dei nostri partiti più i catalani di Esquerra Republicana (oggi in un’altra lista, ndr). Allora ci iscrivemmo nei Verdi.

Manca solo una settimana e non lo avete pensato?

Certo che ci abbiamo pensato. La questione è che stavolta ci sono forze nuove: dobbiamo avvicinare le posizioni.

I catalani della Cup si sono sfilati dall’alleanza con voi e hanno deciso di non partecipare a queste elezioni. Vi mancano?

Li rispettiamo. Ci sarebbe piaciuto avere un referente catalano, ma con loro continueremo a lavorare. Anche se il primo della nostra lista (e quindi eventuale eletto) è di Euskal Herria-Bildu, faremo sì che tutte le forze che compongono la candidatura lavorino assieme. Dopo un certo periodo, come nella legislatura passata, il capolista Josu Juaristi lascerà il posto alla seconda, Ana Miranda del Bng.

Per molti fuori dalla Spagna è difficile capire come una forza di sinistra difenda il nazionalismo.

Ci sono ragioni storiche legate all’espansionismo della Castiglia, nella penisola e nelle Americhe. Un espansionismo che non rispettava le differenze. L’essenza castigliana è molto conservatrice: bibbia e spada. E questo fa sì che contestazione nazionale e contestazione di sinistra vadano assieme. Si tratta comunque di una questione democratica: la chiave sta nel poter decidere tanto il sistema sociale quanto l’ambito in cui si vive.