La sinistra fiorentina si ribella ai respingimenti dei migranti. Per sensibilizzare l’opinione pubblica ha avviato, in questo mese di agosto, una campagna con manifesti da affiggere nei circoli Arci e nelle Case del popolo, locandine da appuntare alle porte di ingresso dei negozi, e magliette da vendere in occasione delle kermesse estive in città e nei comuni limitrofi. Con lo slogan “Stop crimini”, e con l’immagine di Josepha, la donna del Camerun rimasta per due giorni in mare sostenendosi a galla grazie ad un pezzo di legno, prima che i volontari di Open Arms la ritrovassero al largo della Libia. “Abbiamo deciso di denunciare con la rielaborazione dell’immagine simbolo di questa tragedia”.
“Non salvare chi naufraga è un crimine – riepiloga Massimo Torelli dell’associazione politica Firenze città aperta – lasciarlo morire in mare è un crimine, non aprire i nostri porti è un crimine, riportare i naufraghi in un luogo come la Libia, che non è un porto sicuro, è un crimine. Una politica disumana che ha preso il via con i lager nel deserto libico con il ministro dell’interno Minniti, e che in questi mesi, con il suo successore Salvini, sta raggiungendo livelli mostruosi. Abbiamo deciso di denunciare tutto questo, con la rielaborazione dell’immagine simbolo di questa tragedia”.
I manifesti saranno affissi anche negli spazi pubblici comunali, grazie al lavoro del gruppo Firenze riparte a Sinistra, presente in consiglio comunale con Tommaso Grassi, Donella Verdi e Giacomo Trombi. Insieme, il gruppo consiliare e alcuni aderenti all’associazione si sono fatti fotografare con le magliette, mostrando l’evocativo poster con l’immagine di Josepha rielaborata dal grafico Alessandro Dilaghi. Il messaggio, molto semplice, “Stop crimini, salvare i naufraghi, aprire i porti” sarà anche lo strumento per incontri e porta a porta in città.
“Così come l’Italia non è Salvini – puntualizza Tommaso Grassi – così Firenze non è una città con un senso comune razzista, che pure oggi viene portato in primo piano, anche con le azioni e dichiarazioni del sindaco Nardella. Invece le pulsioni peggiori non si devono blandire, si devono condannare. Se si intende reagire al razzismo dilagante è bene fare i conti con le paure e le percezioni, ed è ancor più necessario spezzare la spirale di odio, e ripudiare qualsiasi ragionamento anche solo allusivamente razzista, lavorando per realizzare misure strutturali, a tutti i livelli, per una vera integrazione: casa, lavoro, istruzione. Per tutti. E quando si è sindaci o si ha ruoli di governo, si deve essere antirazzisti nei fatti e nelle scelte, non soltanto nei proclami”.
La campagna di sensibilizzazione sarà rilanciata nei comuni della provincia fiorentina, e con il sostegno del gruppo regionale Si Toscana a Sinistra di Tommaso Fattori e Paolo Sarti anche nel resto della Toscana. “Gli occhi di Josepha – annota Andrea Bagni di Firenze città aperta – non permettono a nessuno di girarsi dall’altra parte, o di dire ‘non sono razzista, ma….”.