La sinistra fiorentina compatta su Antonella Bundu
Comunali 2019 La prima candidata sindaco nera nella storia della città, attivista per i diritti civili, riunisce tutte le anime della radicata gauche lungo l'Arno. E lei punta a vincere: “La vera alternativa è questa coalizione, perché non basta dire di essere di sinistra, devi dare anche delle proposte di sinistra”.
Comunali 2019 La prima candidata sindaco nera nella storia della città, attivista per i diritti civili, riunisce tutte le anime della radicata gauche lungo l'Arno. E lei punta a vincere: “La vera alternativa è questa coalizione, perché non basta dire di essere di sinistra, devi dare anche delle proposte di sinistra”.
Diciassette anni dopo, la Firenze città aperta che accolse i giovani e i sempreverdi di buona parte del pianeta, in occasione di un Social forum memorabile, ha una candidata sindaco che nella sua figura, e nella sua storia personale, rispecchia gli ideali di quel mondo diverso possibile per cui si impegnarono, e si impegnano ancora oggi, generazioni di donne e uomini di sinistra. Comunque vada, Antonella Bundu sarà la prima candidata sindaco nera nella storia della città. E nel Salone de’ Dugento, dove si riunisce l’assemblea degli eletti dal popolo, raccoglierà il testimone ideale di Pap Diaw, primo consigliere comunale nero di Firenze.
Quarantasette anni, padre della Sierra Leone e madre fiorentina, attivista per i diritti civili in Oxfam, un passato legame e una figlia da far crescere con Piero Pelù, è stata anche lei in passato vittima di quel razzismo dichiarato, o più spesso strisciante, che ha prodotto cose orribili come il decreto Salvini e la chiusura dei porti ai barconi dei migranti. Ma la tradizione di famiglia, con il fratello Leonard pugile di gran valore (campione europeo e sfidante al mondiale dei welter) è quella della combattente. Inoltre, come rileva Danilo Conte dell’associazione Firenze città aperta che la presenta ai media, “avere una candidatura della sinistra unitaria di questo tenore, con un arco di forze che va da Mdp a Potere al Popolo, molto probabilmente è un evento senza precedenti in Italia in questo momento. Il primo marzo sarà ricordato come il momento in cui la sinistra fiorentina si è rinnovata. Nuova, popolare e che torna a parlare alle persone”.
A sostenerla appunto un arco di forze che comprende Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Mdp, la Firenze riparte a sinistra del consigliere uscente Tommaso Grassi, e Firenze città aperta. Potere al Popolo deciderà con i suoi iscritti martedì prossimo, ma la presenza della sua consigliera uscente Miriam Amato alla presentazione di Antonella Bundu è un buon viatico alla compattezza della coalizione della variegata, spesso conflittuale ma radicata sinistra fiorentina. Una sinistra rappresentata alla libreria cafè La Cité da quella che Massimo Torelli ben fotografa come “la meglio Firenze”, con fra gli altri Tomaso Montanari, i consiglieri regionali Paolo Sarti e Tommaso Fattori, gli ex parlamentari Alessia Petraglia di Si e Filippo Fossati di Mdp, il Prc con il suo giovane, bravo segretario Dmitrji Palagi e l’altrettanto bravo Grassi.
“Il centrosinistra non fa che scimmiottare la destra – osserva subito Antonella Bundu – io so che sarà una grande sfida ma sono pronta: voglio rappresentare la Firenze anche degli ultimi, di chi non ha lavoro, la Firenze delle donne, dell’uguaglianza e dell’integrazione. Una città culturalmente aperta e non una città vetrina”. Rispetto al pur favorito ricandidato sindaco Dario Nardella del Pd, lei spiega che ci sono tante differenze. E comunque punta a vincere: “La vera alternativa è questa coalizione, perché non basta dire di essere di sinistra, devi dare anche delle proposte di sinistra”.
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