Alexis Tsipras è il primo leader politico europeo ad avere dato il nome ad una lista che si candida in un altro paese, l’Italia, alle prossime elezioni europee di maggio. Questa anomalia, raccontata in un reportage coinvolgente da Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena in Tsipras Chi? Il leader greco che vuole rifare l’Europa (Alegre), si spiega con la crisi senza uscita seguita all’implosione della «sinistra radicale» italiana dopo le elezioni politiche del 2008 che l’hanno cancellata dall’arco parlamentare come soggetto autonomo.

Dopo il nuovo fallimento della «Rivoluzione Civile» di Ingroia alle elezioni successive del 2013, quello dell’alleanza «Italia Bene Comune» tra Sel e Pd che ha preferito le «larghe intese» con Berlusconi e oggi con Alfano, dopo l’affermazione del Movimento 5 Stelle di Grillo, Tsipras è tornato in Italia come «Papa straniero». Ha federato i residui di quell’esperienza (Rifondazione Comunista e Sel, ma non il Pdci) con altri soggetti o raggruppamenti come Alba, per il momento in vista delle europee. Sulla continuazione di questa esperienza, ad oggi tenuta insieme dal prestigio intellettuale dei suoi «garanti» (Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli, Guido Viale) poco, o nulla, si sa. Per il momento avanza la suggestione per una figura politica, che ha attraversato il movimento No Global, si è poi messo a fare politica senza mai rinunciare aalle sue idee politiche. Un esempio di coerenza e lungimiranza che oggi viene riconosciuto a livello internazionale.

Il libro di Pucciarelli e Russo Spena è il primo a raccontare, da sinistra, la storia di una battaglia impari, quella di un Davide greco, per di più di «sinistra radicale» contro i poteri forti in Grecia e il Golia tedesco in Europa. Un Davide che un sondaggio Mrb per il sito Real.Gr viene dato al 19,9% contro il 19,7 di Nuova Democrazia del primo ministro Antonis Samaras alle europee. I sondaggi per le prossime politiche ad Atene conferiscono al partito di Tsipras la maggioranza relativa e la definitiva cancellazione del Pasok – il Pd greco – responsabile dei quattro memorandum e delle politiche di austerità imposte dalla Bce, dalla Ue e dall’Fmi che hanno distrutto la Grecia. Con queste elezioni europee Syriza si è messa alla guida «della resistenza europea al neoliberismo» sostiene Tsipras nell’intervista rilasciata agli autori del libro. L’operazione è intelligente: dal suo punto di vista, il leader greco conduce una battaglia importante a livello continentale e sta usando la sua campagna elettorale per prepararsi a vincere le elezioni in patria. «Siamo solo alla prima battaglia di una lunga guerra, e ora i generali sono Merkel e Tsipras. Domani chissà» – aggiunge Tsipras – Ci sono due visioni del mondo: uno del capitale e dei mercati, l’altro dell’unione dei popoli d’Europa». Pucciarelli e Russo Spena arrivano così al nucleo del problema. Come mai Syriza, che fino a due anni fa era conosciuta solo dagli ex attivisti o dirigenti della sinistra italiana, è diventato un partito maggioritario? Basta, forse, avere annunciato – come per lungo tempo è stato fatto a sinistra – di volere andare al governo per ottenere una crescita esponenziale dei voti dal 4% nel 2009 all’attuale 26,9%? La domanda viene rivolta ai dirigenti, ai militanti e agli intellettuali che si riconoscono oggi in Syriza, ma non ottiene una risposta precisa. Per fare politica, è chiaro che bisogna volere andare al governo. Più forte ci sembra la motivazione ribadita nel libro: bisogna farsi trovare nel posto giusto, nel momento giusto.

È questa la lezione machiavelliana che Syriza ha imparato stando nelle lotte, durissime, condotte dalla società greca contro i governi delle larghe intese e le politiche di austerità. Una scelta difficilissima, quella di «stare nel gorgo» di una lotta, nelle sue contraddizioni, nel dramma di uno scontro che ha saputo dispiegare efferatezze, da entrambe le parti.

Radicamento sul territorio, costruzione di coalizioni con sindacati e movimenti di diversa ispirazione, ampia e articolata dialettica interna che Pucciarelli e Russo Spena definiscono una «babilonia» saldata dall’organizzazione di Syriza ma soprattutto dal carisma del suo leader 39enne. La sfida del governo non sarà facile per Tsipras che guida un partito che affronta l’aggressività interna, anche dei nazisti di Alba Dorata, e soprattutto gli attacchi della dittatura europea della Troika.

Il suo programma è solidamente socialdemocratico, neo-keynesiano, europeo e non nazionalistico, «avvicinabile a un neo socialismo di stampo latinoamericano» scrivono gli autori. La proposta per l’Europa è di riscriverne i trattati e promuovere un New Deal, un grande piano di investimenti pubblici per lo sviluppo. Per fare tutto questo, Syriza punta sulla virtù e sulla fortuna, elementi che non gli sono mancati dal 2004 ad oggi. Il libro sarà presentato domani a Roma al Forte Fanfulla alle 20 con Barbara Spinelli, Sandro Medici e Argiris Panagopoulos. Modera Daniela Preziosi.