Domenica la sindaca di Quarto, Rosa Capuozzo, aveva dichiarato «non mi dimetto» durante l’affollato flash mob per la legalità e, un’ora dopo, Grillo dal blog le ha chiesto di lasciare perché «la strada dell’onestà ha un prezzo». Appena un paio d’ore di sonno, dopo una riunione fiume con i consiglieri 5S, e ieri mattina i carabinieri hanno bussato alla porta di casa Capuozzo per spostarsi poi in municipio. Acquisizione di documenti e copia degli hard disk sono andate avanti fino al tardo pomeriggio, gli inquirenti cercavano anche registrazioni di conversazioni con l’ex consigliere Giovanni De Robbio (cacciato dai 5S il 14 dicembre).

«La perquisizione è stata fatta come persona offesa. Noi rimaniamo parte lesa nella vicenda» ha spiegato l’avvocato di Capuozzo, Stefano Paparella. Il dossier anonimo sul presunto abuso della casa ereditata dal marito è stato inviato a novembre mentre gli interrogatori dell’inchiesta su De Robbio, accusato di voto di scambio e tentata estorsione al sindaco pentastellato con l’aggravante del metodo mafioso, risale a un mese fa. «Non appare allo stato indagata (Capuozzo ndr), assumendo peraltro la veste di persona offesa rispetto al reato di tentata estorsione, ha tuttavia tenuto una condotta poco lineare e sicuramente da approfondire» scrive il pm Henry John Woodcock nel decreto di perquisizione eseguito ieri.

Nel lunedì nero di Capuozzo arrivano anche nuove intercettazioni. Il 24 novembre, a telefono con la consigliera comunale Concetta Aprile, si sfoga: «Loro non lo vogliono far cadere (il comune, ndr), loro mi vogliono controllare. La prima cosa, venne il mese scorso da me quando sono tornata da Bruxelles… lo sai cosa mi disse De Robbio? “tu non devi scalciare… tu devi stare buona… se non succede…”. Fai quello che vuoi tu, gli ho detto… L’urbanistica e lavori pubblici oltre al Puc (Piano urbanistico comunale, ndr): queste sono le tre cose a cui mira e sta sclerando e sta facendo sclerare, perché scalcia scalcia ma non sta ottenendo niente, ricatta ricatta ma non ottiene niente perché io vado come un muro, non me ne frega più niente ormai… voglio tre persone che controllano questo Puc. Se qualcosa mi sta sfuggendo io prendo tutto, impacchetto il Puc e lo mando in procura». E Aprile: «Secondo me quello ha paura per la sua incolumità, visto, così la prossima volta impara».

Il 16 dicembre Capuozzo è al telefono con il consigliere Alessandro Nicolais: «Io non ce la faccio più, è finita. Io posso reggere qualsiasi cosa, ma non finire in galera per colpa di qualcun altro». E ancora: «Quello non esce fuori perché lui.. (De Robbio, ndr) è un uomo della Capitaneria di Porto… non esce l’avviso di garanzia… hai capito? Che cosa devo aspettare io?». Nicolais la rassicura: «Quello mi ha risposto Fico dieci minuti fa …e ha scritto: andate avanti tranquilli quanto prima verrò». Ma lei insiste: «Io ho lottato per le minacce per la casa; ho detto: ma smantellate questa cazzo di casa. Non faccio un passo indietro. Ho subito minacce per qualsiasi cosa». Roberto Fico ha precisato: «Leggo di un mio invito fatto al sindaco di Quarto ad “andare avanti tranquillamente” del 16 dicembre. Il mio messaggio diceva, testualmente: “Andate avanti e cercate di lavorare tranquillamente”. Sono pronto a denunciare chiunque manipolerà il contenuto di conversazioni telefoniche per false interpretazioni».

A Quarto i 5S non hanno dubbi: «Pd e Movimento si fanno la guerra a Roma e noi dobbiamo farne le spese. L’amministrazione ha agito in modo corretto, perché dovremmo mollare? Quando qui comandava la camorra, quando il comune è stato sciolto due volte in venti anni le telecamere non sono venute». Dimettersi o proseguire senza il simbolo Cinque Stelle, il sindaco probabilmente deciderà oggi: i capigruppo le hanno riconfermato fiducia, la rottura con i vertici si è già consumata, manca solo la ratifica dell’espulsione di Capuozzo dal Movimento attraverso il blog di Grillo. «Sentiamo la responsabilità dei 42mila cittadini di Quarto. Grillo non ha scaricato il sindaco, le ha consigliato di dare le dimissioni. Cerchiamo un incontro con Grillo che non ci negherà» spiegava e sperava ieri il vicesindaco, Andrea Perotti.

Il presidente dell’Anac, Raffale Cantone, ha riconosciuto la correttezza del comune nella gestione dell’appalto di Acqua Quarto, l’Ati finita nel mirino della Dda dopo che l’azienda capofila, la Fradel, è stata colpita da un’interdittiva antimafia per cantieri in altri comuni. I vertici 5S sembrano però inamovibili: il primo a chiedere la testa di Capuozzo pare sia stato Casaleggio, poi è arrivato il post di Grillo, infine si è allineato il direttorio. «Io penso che il sindaco Rosa Capuozzo debba fare un passo indietro» la posizione del capogruppo 5S al Senato, Mario Michele Giarrusso. Molti parlamentari temono che, sotto la pressione del Pd, Quarto si trasformi nella Stalingrado del Movimento.

Su posizioni dissonanti molti consiglieri dei comuni campani e il parlamentare Luigi Gallo, che ha scritto: «Sono dalla parte di chi, sul proprio territorio, combatte quotidianamente il malaffare. Quarto, continua a lottare!». Grillo ieri ha scelto di attaccare il sindaco di Brescello (eletto da una maggioranza con il Pd), dove è stata nominata una commissione per valutare infiltrazioni mafiose. «Il sindaco Marcello Coffrini ha una profonda stima del boss della ’ndrangheta Francesco Grande Aracri» attacca dal blog. La replica del Pd tramite il senatore Franco Mirabelli: «Grillo cerca di cancellare le infiltrazioni della camorra a Quarto».