Dietro lo scontro a suon di dazi tra Cina e Usa si nasconde la «sfida delle sfide» tra le due potenze, quella legata alla tecnologia 5G, i cui effetti impatteranno notevolmente tanto sui Pil nazionali, quanto sui più generali equilibri internazionali. All’interno di questa tenzone, però, finiscono per ricadere anche le aree geografiche che al momento sono più periferiche, come l’Europa, nonché i grandi player hi-tech, le cosiddette «piattaforme». Il risultato di questo confronto serrato, inoltre, finirà per impattare sui rapporti tra aziende e stati, sul concetto stesso di sovranità. Uscire dunque dalla semplice questione tecnologica, per tratteggiare i futuri possibili, e le loro talvolta inquietanti proiezioni, è l’obiettivo del volume scritto da Francesca Balestrieri e Luca Balestrieri intitolato Guerra Digitale, il 5G e lo scontro tra Stati Uniti e Cina per il dominio tecnologico (Luiss University Press, pp. 116, euro 15).

NELL’AMBITO della carrellata offerta su tutti i terreni di gioco sui quali le due potenze si confrontano, tre argomenti appaiono particolarmente rilevanti. Il primo è una sorta di digressione all’interno del volume, ed ha a che fare con il soft power cinese, il cui percorso potrebbe essere «più accidentato e tortuoso» ma di sicuro avviato, come dimostrano gli ingenti investimenti e le risorse creative «nella realizzazione di prodotti audiovisivi, linguaggi e stili di comunicazione in sintonia con l’emergere di generazioni di utenti e consumatori nativi digitali».

IL SECONDO è la riflessione in conclusione del volume sulla metamorfosi del potere statale: «sembrerebbe – scrivono gli autori – che al paradigma dello stato neoliberista, a lungo egemone culturalmente, si stia sostituendo una visione neo-interventista, che riscopre la politica industriale di lungo respiro, ne misura l’efficacia sul terreno dell’innovazione digitale e la motiva sulla base della lotta geopolitica».
Il terzo riguarda il «modello» capitalistico attuale, da cui scaturisce il mutamento dei connotati statuali storici che si ritrovano cangianti all’interno del nuovo mondo nel quale il nuovo petrolio è costituito dai dati. Ne emerge dunque una ennesima conferma sulla natura estrattivista dell’attuale fase del capitalismo: «poiché è la vita stessa degli individui che diventa materia prima per lo sviluppo digitale, ogni intervento su questo tema ha un’immediata dimensione di potere che mette in discussione temi di libertà personale e controllo sociale», a testimoniare che il confronto tra Usa e Cina riguarda tutti noi.