2008, Londra: il Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch è al Sadler’s Wells con due titoli intramontabili, Café Müller e Le Sacre du Printemps. Bausch è attesa in scena in Café Müller. Andò diversamente, non danzó, l’artista non stava bene. L’estate dopo mancò, lasciando un repertorio di titoli sterminato e una compagnia orfana del suo maestro.

Da allora alla testa del Tanztheater Wuppertal si sono alternati nomi storici della compagnia, come Dominique Mercy e Lutz Förster che con Pina cominciarono a lavorare negli anni Settanta. Da maggio la direzione artistica passerà a Adolphe Binder, già alla testa in Svezia della GöteborgOperans Danskompany e di altri gruppi a Berlino, prima persona a prendere in mano le redini del Tanztheater Wuppertal senza un passato con Bausch. Tra gli intenti della nuova direzione c’è, accanto al mantenimento del repertorio, la commissione di creazioni a coreografi esterni. Vedremo cosa ne sortirà.

Intanto con il Sadler’s Wells il rapporto continua. In questo inizio 2017 il Tanztheater Wuppertal vi ha riallestito Masurca Fogo, uno dei pezzi di Pina nati a partire da una città, un’occasione per vedere l’ensemble attuale. La città è Lisbona, un Portogallo seducente che intreccia i suoi sapori a quelli del Brasile e dell’Isola di Capo Verde. È commovente riguardare oggi, dopo aver visto lo spettacolo a Londra, il film documentario Lissabon, Wuppertal, Lisboa diretto da Fernando Lopes nelle settimane di prove in Portogallo e poi a Wuppertal per il debutto nel 1998.

C’è una leggerezza, una gioia, una affettuosa complicità tra Bausch e i suoi danzatori in quelle prove… Riconosciamo Julie Shanahan, Regina Advento, Cristiana Morganti, Aida Vainieri, Nazareth Panadero, Fernando Suels Mendoza, Rainer Behr (tutti nel cast londinese 2017), ma anche Dominique Mercy e Ruth Amarante che hanno rimontato per Londra con Robert Sturm lo spettacolo. Personalità difficilmente sostituibili che rispondevano alle sollecitazioni di Pina, le famose domande, con il linguaggio che sentivano di volta in volta più efficace: una canzone, l’accenno di una danza, un racconto parlato, una musica…

Accanto agli artisti storici nel cast londinese ci sono le ultime leve della compagnia, alcuni entrati nel Tanztheater nei primi anni Duemila, altri da pochissimo. Molti non hanno mai lavorato con Pina. Ballerini eccellenti, giovanissimi, ma il gap tra le loro storie e quella degli altri crea inevitabilmente fratture nell’impatto percettivo del pezzo. Lo spettacolo è comunque un successo, il Sadler’s Wells è sold out. Una ragazza vicino a noi è alla sua prima volta con Pina: è tutto uno scatto al cellulare. Il pubblico ride di fronte agli sketch tragi-comici dei danzatori di un tempo, con Nazareth Panadero e la sua inconfondibile voce roca, Cristiana Morganti, esilarante nei suoi personaggi femminili, Regina Advento in una vasca da bagno piena di schiuma dove però si lavano anche i piatti.

Si sorride ai tuffi gioiosi nella piscina di plastica, alle donne che prendono il sole in costume sugli scogli neri della scena di Peter Pabst, alle corse traballanti sui tacchi di Aida Vainieri. La danza è suadente e affidata in buona parte ai più giovani. Tuttavia la sfida da vincere per il futuro del repertorio ci sembra più alta. I nuovi, che sono il domani, devono trovare più pregnanza personale (plauso a Breanna O’Mara) in quello scivolare tra i registri, tra la voce e la danza, tra la parola e il canto, che negli artisti cresciuti con Pina era ed è una necessità di contenuto nel racconto esperienziale. Altrimenti qualcosa si appanna.

Intanto, sempre a Londra, e ancora al Sadler’s Wells, dal 23 marzo all’1 aprile l’English National Ballet diretto da Tamara Rojo danzerà per la prima volta nella sua storia Le Sacre du Printemps, versione Bausch. Sarà la seconda compagnia al mondo dopo l’Opéra di Parigi ad avere Le Sacre di Pina. Un evento che aprirà ulteriori riflessioni sul futuro del repertorio Bausch.