Torna oggi nelle piazze lo sciopero per il clima dei Fridays for Future (Fff). In Italia la mobilitazione arriva con due settimane di ritardo rispetto alla data globale del 25 settembre scorso. Gli attivisti hanno scelto di posticipare l’appuntamento per evitare che fosse troppo a ridosso della riapertura delle scuole dopo la lunga sospensione della didattica causata dal Covid-19.

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha invitato a discutere di cambiamento climatico durante le lezioni ma ha fatto sorridere i Fff chiedendo di spostare la protesta al pomeriggio. «Come se uno sciopero scolastico si facesse di domenica o in orario non scolastico – scrive Fff Italia sulla sua pagina Facebook – In questo momento il governo dovrebbe impegnarsi a tutelare tutti e tutte, ma ecco di cosa si preoccupa: il problema è saltare le lezioni».

Sono oltre 120 gli appuntamenti di protesta organizzati nelle città e nei piccoli centri lungo tutta la penisola e sulle isole.

La partecipazione sarà verosimilmente più bassa rispetto ai cinque scioperi precedenti e la giornata costituirà un banco di prova per il movimento ecologista.

Il Covid-19 e le misure di distanziamento sociale a esso collegate hanno colpito duramente la capacità di organizzazione dei movimenti sociali che stanno provando a immaginare forme nuove di aggregazione e mobilitazione.

A Roma l’appuntamento è alle 8.30 a Garbatella per una critical mass diretta a piazza del Popolo.

Torino concentramento alle 9.30 a piazza Castello.

A Milano stesso orario in Largo Cairoli.

A Napoli ci sarà un presidio tematico in piazza municipio a partire dalle 16.

A Palermo dalle 17 in piazza Pretoria.

Sui canali social i Fridays invitano chi parteciperà alle manifestazioni a indossare la mascherina e osservare le necessarie norme anti-contagio.

«Le misure per la ripartenza sono l’occasione irripetibile per avviare la riconversione ecologica, risolvendo i problemi sociali del nostro paese», scrivono nel comunicato di lancio.

Gli attivisti climatici sanno che la partita sulla gestione dei soldi del Recovery Fund è decisiva per provare a invertire la rotta.

Insieme a organizzazioni e reti attive sui temi ambientali da più tempo – Greenpeace, Wwf, Legambiente, Terra! e Stop Ttip Italia – hanno elaborato il programma «Ritorno al futuro» che si compone di sette punti:

  1. rilanciare l’economia investendo nella riconversione ecologica;
  2. riaffermare il ruolo pubblico nell’economia;
  3. realizzare la giustizia climatica e sociale;
  4. ripensare il sistema agroalimentare;
  5. tutelare salute, territorio e comunità;
  6. promuovere democrazia, istruzione e ricerca;
  7. costruire l’Europa della riconversione e dei popoli.

Da ieri invece diverse decine di attivisti di Extinction Rebellion (Xr) stanno protestando davanti alla sede romana dell’Eni, vicino al laghetto del quartiere Eur. Mentre un gruppo tentava di tuffarsi in acqua e simulare uno sversamento di petrolio, un altro si posizionava davanti all’ingresso principale degli uffici. Qui un ragazzo si è arrampicato su una struttura di ferro costruita al momento e in due si sono incatenati.

La protesta di Xr denuncia le strategie di greenwashing di Eni, definita «una delle aziende più inquinanti al mondo», ma chiama soprattutto in causa il governo italiano e in particolare il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli.

«I nostri interlocutori non sono le aziende, che perseguono inevitabilmente un interesse privato a breve termine, ma coloro che si propongono di guidare la nostra società verso decisioni lungimiranti atte a garantire il benessere della cittadinanza», scrive Xr in una lettera indirizzata al ministro per chiedere un incontro.

Da Patuanelli non è arrivato nessun segnale e così gli attivisti hanno deciso di mantenere il blocco anche durante la notte. «Da qui non ce ne andiamo, rimarremmo a oltranza finché non otterremo l’incontro», dicono in serata.

Tra le azioni più urgenti che Extinction Rebellion chiede di intraprendere per impedire la catastrofe climatica c’è il ritiro immediato delle sovvenzioni pubbliche alle compagnie che estraggono combustibili fossili.

Se queste dovessero accedere ai fondi per la transizione ecologica previsti dal Next Generation Eu gli effetti negativi sul clima si moltiplicherebbero, indebitando le generazioni future proprio mentre si mette in pericolo il loro diritto a esistere.

La mobilitazione si svolge secondo le pratiche abituali di Xr improntate alla strategia della disobbedienza civile non violenta.

Tante bandiere e striscioni, performance artistiche, interventi al megafono, canti e danze animano la piazza. La protesta non era stata autorizzata e ha beffato le forze dell’ordine, inizialmente schierate dall’altro lato dell’edificio.

Nonostante il sit-in fosse pacifico, gli agenti della digos hanno identificato i manifestanti. Ieri pomeriggio due sono stati portati in questura e denunciati: un ragazzo che si era incatenato è stato accusato di possesso di arma illecita (la catena) e un altro per manifestazione non autorizzata. Da agosto nella capitale si è insediato un nuovo prefetto: Matteo Piantedosi, ex capo di gabinetto di Matteo Salvini. Pochi giorni fa ha dichiarato: «La proprietà privata è sacra», promettendo nuovi sgomberi.