Non vogliono «restare schiacciati» fra chi guarda al Pd e chi guarda alla lista Tsipras come una nuova «costituente di sinistra», non vogliono neanche «disperdere le migliori ragioni fondative di Sel» e cioè «quel tratto inedito della cultura di un riformismo radicale e di governo», come spiega Peppe De Cristofaro, senatore di Sel, che non era fra gli ’Tsipras-entusiasti’ al congresso di Riccione ma ora, all’indomani del successo – di misura – della lista L’Altra Europa non vede «le ragioni per proporre un contenitore unitario con il Pd». Leggasi le ragioni di Gennaro Migliore, che pure è suo amico fraterno sin dai tempi dei giovani comunisti della primissima Rifondazione.

Fra un documento che prova a fare «sintesi» delle posizioni in campo, e che dovrebbe essere proposto all’assemblea nazionale del 14 giugno dal presidente Nichi Vendola, e quello che guarda al Pd, spunta un terzo testo. Primi firmatari la deputata Celeste Costantino e il senatore De Cristofaro, seguiti da un gruppo di non allineati fra cui l’ex coordinatore Francesco Ferrara, il responsabile degli esteri Arturo Scotto e una pattuglia di dirigenti dei territori. Ieri Sel ha perso un pezzo, forse il primo: il deputato Ferdinando Ajello, malpancista della prima ora, ha annunciato il suo passaggio al gruppo del Pd. Più che lo scontro in Sel, pesa sulla scelta il prossimo voto nella regione Calabria. Per ora nessuno lo segue. Certo il voto del 2015, quando torneranno alle urne 13 regioni – fa cui la Puglia di Nichi Vendola dove già Michele Emiliano scalda i motori – sarà il vero spartiacque per la sopravvivenza del centrosinistra modello Pd più Sel.

Ma oggi non ci sono scadenze elettorali all’orizzonte e per questo, spiega Celeste Costantino «la discussione deve essere liberata dallo scontro a tutti i costi fra leadership che ha segnato il congresso. Noi proponiamo una leadership collettiva che non tagli il partito fra chi è di qua e chi è di là, fra chi è per il partito e chi per il movimento: è una divisione bugiarda. Non siamo rottamatori ma dobbiamo tornare ad essere la sinistra che rifiuta la sola testimonianza. E anche l’arretratezza della sinistra». Per esempio? «Sul lavoro: siamo contro la precarietà, ma cosa diciamo alle tre generazioni che di contratto a tempo indeterminato non ne hanno mai visto uno?». «Oggi non c’è uno spazio per la Syriza italiana», spiega invece Cecilia D’Elia, «ma è sbagliato pensare di entrare nel Pd. Dobbiamo tenere aperto, con la lista L’Altra Europa per Tsipras, uno spazio di confronto plurale».

Ieri si è riunito il coordinamento di Sel. I ’miglioristi’ hanno chiesto di rimandare l’appuntamento del 14 per evitare la inevitabile cristallizzazione delle posizioni in campo. Ma la data resta ferma, e l’assemblea – che potrebbe essere trasmessa in streaming – rischia di diventare la conta delle anime. Tre, a questo punto.
Intanto nella lista Tsipras, in attesa di completare la squadra che partirà per Strasburgo – una composizione che però finirà per impattare su tutta la compagnia, per prima su Sel – le polemiche sulla decisione di Barbara Spinelli di fare l’europarlamentare non si fermano. I garanti preparano un appuntamento per domani a Roma, nell’ambito di una «campagna di ascolto». Dall’incontro di tutti i candidati, sabato scorso, è stata lanciata l’ipotesi di un’assemblea nazionale che «stabilisca l’agenda della nostra azione nel primo semestre della nostra legislatura, sotto la presidenza italiana di Renzi».

«La lista non è solo un cartello elettorale», ha spiegato ieri Massimo Torelli, coordinatore della lista, a Radio Città del Capo-Popolare Network, «capiamo tutte le sofferenze. C’è un’area giovanile molto attiva in campagna elettorale che considera la coerenza un valore assoluto». Starà a Barbara Spinelli, spiegando le sue ragioni, il compito di provare a ricreare l’entusiasmo iniziale. Poi l’ultima parola sulla squadra spetterà con ogni probabilità a un sorteggio. Il tempo stringe, entro metà giugno tutta la squadra dovrebbe mettersi a lavoro