Incontriamo Igor Kochetkov in partenza per Torino dove sarà ospite venerdì 16 giugno del Lovers Film Festival. Igor, è attivita del movimento lgbt di San Pietroburgo dal 2004 e nel 2013 è stato incluso dalla rivista Foreign Policy tra i “cento più preminenti intellettuali del mondo”.

Igor, a che punto siamo con la questione lgbt in Russia?

Il primo problema che abbiamo è di comunicazione. Il governo afferma che non esiste discriminazione contro gli lgbt in Russia. In realtà il potere utilizza l’omofobia, che purtroppo alligna nel nostro paese, per affermare che bisogna concentrarsi sui “problemi reali” (economici, sociali) e non su quelli creati ad arte da “fomentatori”, come le discriminazioni sessuali. Allo stesso tempo però, talvolta viene giocata la carta del capro espiatorio: i gay e il liberalismo sono l’origine di tutti mali.

Molti sapranno che il parlamento russo ha approvato nel 2013 una legge che vieta la propaganda dell’omosessualità con condanne amministrative fino a 2000$ (in un paese dove il reddito medio è di 9000$ annui ndr) e penali fino a 15 giorni di reclusione. Concretamente questa legge ha permesso una costante attività di provocazione da parte della polizia.

I casi di violenza e abusi nei nostri confronti sono innumerevoli. Qui basterà ricordare l’assassinio nel 2016 del giornalista gay Dmitry Zilikin da parte di un neonazista omofobo, recentemente poi condannato alla pena irrisoria per gli standard russi, di 8 anni e mezzo di reclusione. Nel mondo del lavoro, in settori come quello educativo e nella pubblica amministrazione, basta una denuncia anonima di comportamenti “anomali” per essere immediatamente licenziati.

A proposito dell’omofobia nell’opinione pubblica russa: molti cercano di celarla dietro il calo demografico. La pubblicizzazione dell’omosessualità aggiungerebbe problema a problema…

La popolazione continua a calare in Russia per i problemi sociali esistenti nel paese in primo luogo l’alcoolismo e il cattivo funzionamento del sistema sanitario. I gay e le lesbiche non hanno alcun problema biologico, possono fare figli e molti di noi li hanno. Si tratta solo di un tentativo maldestro di interferire nella vita privata degli individui .

Passiamo alla tragica situazione degli lgbt rinchiusi in prigione e assassinati in Cecenia. Dopo che Angela Merkel ha chiesto a Putin di impegnarsi ad affrontare la questione, qualcosa si è mosso?

Già prima di allora la polizia russa aveva contattato i parenti degli lgbt coinvolti in questa vicenda affermando di voler verificare quanto avvenuto. Si pretendeva però che i parenti firmassero in anticipo una dichiarazione nella quale affermavano di non volersi rivalere in alcun modo nei confronti degli organi competenti. Inoltre la polizia ha dichiarato sin da subito che non ci sarebbero state verifiche mediche su presunte violenze e non sarebbero state effettuate autopsie. Temo che Putin voglia far dimenticare al più presto all’opinione pubblica mondiale quanto è avvenuto e quanto avviene.

Alcuni osservatori hanno affermano che quanto sta accadendo in Cecenia sia la reazione al primordiale sviluppo di un movimento lgbt nel Caucaso concretatosi in gay parade e presidi…

Gli lgbt vivono in uno stato di terrore nel Caucaso russo. Se si è riconosciuti o scoperti si è spesso semplicemente uccisi. C’è stato un tentativo da parte del nostro movimento moscovita di intervenire dall’esterno con tutte le difficoltà che potete immaginare. Ma ad oggi non esiste nessun movimento lgbt in quella regione.

Per quanto riguarda i transessuali, qual’è la situazione, esiste una legislazione per il cambio di sesso?

Esiste oggi in Russia una procedura per “la correzione ormonale e chirurgica del sesso”. Il soggetto deve presentarsi davanti a una commissione di specialisti che decidono in merito. Il vero problema sorge quando è necessario cambiare i documenti perché in Russia non esiste una legislazione ad hoc. Per cui il procedimento per il cambio del documento, visto anche che le regole sono diverse da regione a regione, può durare anni. Le conseguenze nel mondo del lavoro si possono solo immaginare.

Grazie Igor.

Grazie a il manifesto per il sostegno alla nostra battaglia.