L’agenzia Roskino annuncia con fierezza che tre film russi sono stati selezionati a Venezia 2021. In due di questi, l’attore Yuryi Borisov interpreta il ruolo principale. Borisov si è fatto conoscere alla televisione, interpretando ruoli ora di criminale ora di eroico soldato in diversi telefilm a sfondo patriottico. Il pubblico cinefilo lo ha scoperto grazie ad un film bielorusso (The Cristal Swan di Daria Zhunk) ed uno russo (The Bull di Boris Akopov), entrambi hanno circolato in vari festival internazionali. Ma è quest’anno che Borisov ha attirato su di se i fuochi della ribalta con due film a Cannes, Petrov’s Flu e soprattutto il Gran premio della Giuria, Compartiment N°6 di Juho Kuosmanen, dove Borisov interpretava il personaggio del brutale compagno di viaggio che poco a poco rivela l’animo tenero nascosto sotto la scorza proletaria.

A Locarno lo abbiamo poi rivisto in Gerda di Natalia Kudryashova. Infine, sul lido, è in competizione nel molto atteso Captain Volkonogov Escaped di Natasha Merkulova e Alewey Chupov. Per questa coppia di cineasti è la prima competizione ufficiale, dopo che il loro film folk The Man Who Surprised Everyone ottenne il premio miglior attore di Orizzonti 2018.

Il nuovo film è un dramma che ha per contesto il 1938 e l’ultima linea delle grandi purghe di Stalin, la storia è quella di un capitano dei servizi di sicurezza (NKVD) il quale si rende conto di essere il prossimo in lista per la deportazione. L’ufficiale diserta e fugge. Più tormentato dalla prospettiva di andare all’inferno che da quella di finire davanti alla corte marziale, gira la Russia in cerca delle famiglie delle sue vecchie vittime per chiedere perdono. La presenza nel cast di Timofey Tribuntsev, Aleksand Yatsenko, Vladimir Epifantsev, Nikita Kukushnkin nel ruolo dei diversi ufficiali del servizio di sicurezza promette una gustosa galleria di archetipi del folklore russo. Tra gli attori, c’è anche Natalia Kudryashova, già evocata a proposito di Gerda.

Il secondo film con Borisov si trova selezionato in Orizzonti Extra, il titolo è Mom, I am at Home, e Borisov è ancora una volta un militare. Si tratta di un prestigioso debutto internazionale per il regista Vladimir Bitokov, studente dell’atelier di Aleksander Sokurov dal quale sono già usciti due registi ormai affermati come Kantemir Balagov e Kira Kovalenko (che ha trionfato quest’anno a Un Certain regard a Cannes). L’azione di Mom, I am at Home ha luogo nella città di Nalchik nel Caucaso. Tonya (la splendida attrice Ksenia Rappoport) è una conduttrice di bus su una linea di periferia e una madre che aspetta angosciata il ritorno del proprio figlio dalla Siria dove questi combatte come mercenario.

Spostandosi alla Settimana della Critica, troviamo un’altra immersione nelle periferie in Detours di Yekaterina Selenkina, l’ultimo ma non il meno atteso dei film russi a Venezia. Il film segue un corriere della droga di nome Denis attraverso il mondo sotterraneo del Darknet e quello reale, ma non meno misterioso, delle periferie moscovite, meno per denunciare il mercato della droga che per osservare questi quartieri dormitorio e rivelare le connessioni che vi si creano tra cose e persone. Tutto il cast è fatto di non professionisti, e la storia è basata su eventi reali ricostruiti dagli attori scena per scena. Yekaterina Selenkina è nata nel 1992 a San Pietroburgo ed è programmatrice del Moscow International Experimental Film Festival.

Il fatto di menzionare il regista ucraniano Oleg Sentsov in questo panorama dei film russi a Venezia potrebbe essere frainteso. Sentsov ha diretto un brillante primo lungometraggio (Gamer) in lingua russa. Militante dell’indipendenza della Crimea, Sentsov è stato arrestato dall’FSB con l’accusa di voler preparare degli attentati terroristici. Il suo arresto ha suscitato le proteste di tutta la comunità cinematografica internazionale. Alcune autorevoli voci del cinema indipendente russo si sono unite al resto del mondo nel chiederne la liberazione. Liberato infine grazie ad uno scambio di prigionieri politici, Sentsov ha potuto riprendere a lavorare. Il suo nuovo film, Rhino, sarà presentato ad Orizzonti e fa parte di uno degli eventi di quest’anno a Venezia. Del film si sa che racconta la storia di un ladro, il cui nomignolo è appunto Rhino, che cerca di farsi strada nell’universo criminale di Kiev degli anni 1990.

E che il progetto risale a sette anni fa, prima dell’arresto di Oleg Sensov. Il film è stato coprodotto dall’Ucraina, la Germania e la Polonia e nel cast si trova la modella ucraniana Margo Dumas. La guerra del 2014 ha ovviamente influenzato profondamente l’industria del cinema in Ucraina. Il vincitore di Orizzonti del 2019, Valentyn Vasyanovych torna quest’anno a Venezia, questa volta in competizione, con un film dal titolo Reflections, sulle atrocità della guerra viste attraverso gli occhi di due prigionieri.

 

Il 2 settembre il Global Campus of Human Rights ospiterà il regista, scrittore e Premio Sakharov 2018 Oleg Sentsov. Come raccontato nel docufilm “The Trial: The State of Russia vs Oleg Sentsov” diretto da Askold Kurov, Sentsov nel 2014 viene arrestato e condannato dalla corte russa a 20 anni di prigione, con l’accusa di atti terroristici a seguito delle proteste legate all’annessione della Crimea da parte della Russia. In carcere inizia uno sciopero della fame per protestare contro la detenzione di prigionieri politici ucraini e richiamando l’attenzione della comunità cinematografica internazionale che si unisce al Parlamento Europeo ad Amnesty International nel richiederne la scarcerazione immediata, che avverrà nel settembre 2019. 

 

Oleg Sentsov sarà presente in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti, con il film Rhino, che racconta la storia di un ladro che cerca di farsi strada nell’universo criminale di Kiev degli anni ‘90. Il progetto risale a sette anni fa, prima dell’arresto di Sentsov ed è stato coprodotto da Ucraina, Germania e Polonia. 
Il dibattito del 2 settembre alle ore 15.00 sarà trasmesso anche il live streaming sul canale Facebook del Global Campus (@gchumanrights).