La riunione straordinaria convocata ieri al Mibact dal ministro Dario Franceschini sul caso Pompei, dopo i nuovi crolli, ha sancito la conferma della linea già adottata dal predecessore Massimo Bray. Erano presenti il soprintendente designato di Pompei Massimo Osanna, il direttore generale delle antichità Luigi Malnati, il direttore generale e il vicedirettore del Grande Progetto Pompei, Gianni Nistri e Fabio Magani. La road map messa a punto prevede: l’avvio oggi delle procedure di «somma urgenza» per ripristinare le murature collassate o in immediato pericolo nelle aree interessate dagli ultimi smottamenti; lo sblocco di 2 milioni di euro sui fondi della soprintendenza per interventi di manutenzione ordinaria da affidare a ditte esterne. I fondi si erano bloccati per la scissione da Napoli della soprintendenza e per il mancato insediamento del cda del Grande Progetto. Designato il 20 dicembre, si sblocca la nomina di Osanna, che si insedia oggi. Anche se la scelta fatta da Bray di un professore universitario, esterno alla soprintendenza, urta contro le norme dello stato.

Rientrano nel solco del Grande Progetto Pompei gli altri punti approvati: la pubblicazione del bando (valore 8,2 milioni di euro) per il Piano della conoscenza; l’accelerazione dell’esame delle proposte per la realizzazione del sistema informativo geografico di Pompei (valore 500mila euro) con cui programmare gli interventi di conservazione; l’inizio dei lavori di consolidamento idrogeologico delle regiones III e IX. Dovrebbe poi partire la procedura di individuazione delle 20 unità di personale destinate alla struttura del direttore generale di progetto, più ulteriori 10 per l’Unità Grande Pompei che si occuperà del recupero dell’intera zona Unesco da Portici a Castellamare.

Infine, verrà sottoscritta una convenzione tra Mibact e Finmeccanica (coinvolte Selex ES e Telespazio) per fornire tecnologie sperimentali a titolo gratuito per il rilevamento satellitare. «L’incontro – precisa Franceschini – ha sbloccato molte misure che metteranno la macchina in condizione di funzionare», sottolineando poi l’apertura ai privati. Un’intenzione dichiarata fin dall’insediamento.

Ieri mattina Malnati aveva definito «fisiologici» i crolli, spiegazione che non ha tranquillizzato il commissario Ue per la politica regionale, Johannes Hahn: «Chiedo con forza alle autorità italiane di prendersi cura di Pompei perché è un sito emblematico non solo per l’Europa ma per il mondo» aggiungendo che ci saranno nuovi fondi Ue a disposizione, da sommare ai 105 milioni già stanziati da impiegare tassativamente entro il 2015. Per velocizzare la spesa il governatore Stefano Caldoro suggerisce di «individuare dei soggetti attuatori a livello nazionale perché dobbiamo sapere chi è responsabile e il tempo di inizio e fine, anche sulla certificazione europea, altrimenti perdiamo i fondi. Su questo ho indicato una soluzione». Una dichiarazione che sembra evocare un nuovo commissariamento.

«Il problema di Pompei – spiega invece la Uil in una nota – poteva essere risolto utilizzando i fondi sul Conto di Tesoreria della soprintendenza. Lo scorso mese di gennaio lo stesso ministero ha certificato la disponibilità di 62.355.299,59 milioni di euro. Invece tutti quelli che hanno avuto responsabilità politica e amministrativa si sono sempre trincerati dietro la copertura delle leggi e delle procedure farraginose».