Si apre il fine settimana dei negoziati tra la “Giamaica” della Cdu e il “Semaforo” della Spd. Dopo il primo incontro di ieri notte fra i leader dei Verdi, Annalena Baerbock e Robert Habeck, e il segretario e il presidente del partito liberale, Christian Lindner e Volker Wissing, prosegue più spedita che mai l’agenda politica dei quattro partiti che hanno vinto le elezioni federali.

Domani è previsto il secondo colloquio esplorativo fra i Grünen e Fdp per provare a sciogliere anzitutto i tre nodi che stringono i rispettivi programmi di governo: la svolta ecologica con l’uscita anticipata dal carbone, la tassazione dei grandi patrimoni e la solidarietà europea, su cui le visioni ambientalista e liberale restano agli antipodi.

Sabato, invece, sarà la volta del primo summit tra i democristiani e liberali per sondare la possibilità della coalizione “Giamaica” tra i due partner ideologicamente meno incompatibili. A rappresentare l’Union non sarà solo il segretario Cdu, Armin Laschet, ma anche il leader Csu, Markus Söder, che ha già fatto sapere di considerare l’alleanza con Verdi e Fdp la soluzione di riserva nel caso che Olaf Scholz fallisca la sua trattativa. Domenica, infine, i liberali si troveranno per la prima volta faccia a faccia con la delegazione Spd per tentare di accendere le due luci più distanti della coalizione “Semaforo”.

Tuttavia, la road-map verso il primo governo post-Merkel è tutt’altro che spianata. Al nein della maggioranza degli elettori di Fdp alla coalizione “Semaforo” con la Spd si è aggiunto il pesantissimo veto dei Giovani Verdi all’alleanza “Giamaica” con la Cdu. Ieri hanno ufficialmente chiesto a Baerbock e Habeck di respingere a priori qualunque proposta di Laschet: «Non siamo per niente d’accordo a partecipare al governo con i democristiani» avverte Georg Kurz, portavoce nazionale della “Grüne Jugend”, ricordando come «Cdu e Csu per 16 anni hanno dimostrato di non essere in grado di cambiare nulla, mentre i Verdi sono stati eletti per la protezione del Clima e la ridistribuzione della ricchezza. Dobbiamo migliorare la vita della maggior parte dei tedeschi, non dei ricchi. O portiamo avanti questo programma oppure è meglio non entrare nel nuovo esecutivo».

E sempre i giovani sono anche un grande problema per Olaf Scholz. Quasi un quarto dei nuovi deputati della Spd hanno in tasca la tessera dei Giovani Socialisti (Jusos) a partire dalla segretaria nazionale Jessica Rosenthal: «Dobbiamo uscire dalla “pampa” neoliberale, e noi Jusos non staremo certo a dormire per il resto di ottobre per alzarci dal letto alla fine dei negoziati congratulandoci con tutti per l’accordo di coalizione».