Cultura

La rivoluzione politica in un corpo vivo

La rivoluzione politica in un corpo vivoPaul B. Preciado – foto di Catherine Opie

Paul B. Preciado Il filosofo queer al Pac di Milano, in un incontro pubblico: «Il discorso sull’identità di genere appartiene al capitalismo neo-liberale»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 6 marzo 2019

L’appuntamento al Pac di Milano con Paul B. Preciado (il primo marzo scorso, per gli incontri titolati Performing Pac DeGenere) ha radunato il meglio della (contro)cultura queer e femminista meneghina, un parterre che rappresentava almeno un paio di generazioni.

DISIDENTIFICAZIONE, è questa la parola chiave su cui si è articolato tutto il discorso di Preciado; un insieme torrenziale, provocatorio e fecondo di riflessioni e idee snocciolate per quasi due ore. Bisogna abbandonare il lavoro sulle identità, perché separa mentre solo la disidentificazione può creare le basi per unire.
Prima di tutto – ha affermato – invece di parlare di diversità o identità di genere, è necessario parlare di minoranze sessuali e minoranze oppresse. «Perché il discorso sull’identità di genere appartiene al capitalismo neo-liberale». E la nozione di genere è «medica, nasce negli anni ’40 e ’50 del Novecento e viene ripresa dalle femministe degli anni ’70. Un concetto che ha a che fare con la tecnologia che si applica sui neonati (principalmente su quelli intersex)». Preciado ha la sua proposta: una lotta che sia un’unione trasversale di corpi, somato-politica.

PER IL FILOSOFO QUEER, in questi ultimi anni stiamo assistendo a una violenta reazione da parte del potere e del patriarcato. Il contesto sarebbe quello di una contro-riforma globale. Ma ciò che va capito è che questo impulso reazionario è dovuto alla forza del movimento rivoluzionario somato-politico. La tensione che si sta vivendo esiste per il particolare rapporto tra mezzi di produzione e quelli di riproduzione. «Attualmente, la creazione di valore riguarda più che mai i mezzi di riproduzione e il corpo occupa il posto che una volta era della fabbrica». Il pensatore spagnolo usa il termine foucaultiano somato-politica.
Chiedersi cosa stia succedendo è la domanda più difficile cui rispondere, ma fondamentale per organizzare la lotta.
Preciado ha indicato la logica della frontiera, i centri per migranti, la connessione elettronica permanente, l’A.I. e gli algoritmi che determinano l’identità sessuale, le app che reinventano i ritmi di vita dei corpi, le stampanti 3d che creano organi, etc. Per ognuna di queste cose, bisogna valutare le possibili conseguenze. Siamo di fronte a un cambio di paradigma enorme, ha sostenuto poi, simile a quello avvenuto nel XV secolo con i caratteri mobili, ma più potente. Fra le domande più importanti da porsi, ci sarebbe questa: «cosa vuol dire avere un corpo vivo?».

I POVERI, GLI ABIETTI, i malati, le minoranze, le soggettività queer, trans, etc, sono le soggettività da cui bisogna ricominciare a far partire le idee. Intendendo il corpo come «archivio politico vivo». «Parlo di tecnologie oppressive del genere – ha spiegato Preciado – perché la performance del genere è solo una delle tante tecnologie, non l’unica».
Per il pensatore transfemminista la distruzione della vita sul pianeta è una conseguenza della supremazia di un tipo di corpo su tutti gli altri, «il corpo del padre necropolitico. E il potere che esercita è quello di dare la morte». Così, un momento fondamentale della lotta che va auspicando (di quello che chiama «il primo movimento anti-necropolitico») è un processo radicale di disidentificazione del corpo mascolino e della sua tecnica della violenza.

PER FARLO, dobbiamo essere in grado di riesaminare alcune idee e concetti che ci giungono dal XIX e dal XX secolo, perché i progressi tecno-scientifici stanno rimettendo in discussione molte cose. Tra cui l’eterosessualità, «per come la conosciamo e per come si inventa la nozione di normalità, è la storia di un incontro, un amore impossibile, tra il padre necropolitico e la madre biopolitica. Praticamente, un incontro tra alien e robocop. E cosa può nascere da un incontro tanto meraviglioso se non un figlio cibernetico?».
«Ma con l’avvento della pillola è accaduto che si è separata per la prima volta sessualità e riproduzione – ha affermato Preciado – e questo ha minato alla base il concetto tradizionale di eterosessualità. Perché se non c’è relazione stretta tra sessualità e riproduzione non c’è eterosessualità».

PAUL B. PRECIADO ha poi chiuso l’intervento con l’invito a organizzare un conflitto trasversale, un’alleanza che possa prendere avvio dalla disidentificazione così da mettere in crisi il «tecno-patriarcato barocco».

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