Da dentro e fuori il Movimento 5 Stelle, le voci contrarie alla cittadella dello stadio della Roma di Tor di Valle si fanno sentire. Dopo diversi abboccamenti e il vertice politico dell’altro giorno che ha fatto saltare Paolo Berdini, l’accordo tra costruttori e amministrazione comunale pare dietro l’angolo. La cosa non va giù agli attivisti del Tavolo Urbanistica del M5S di Roma, che si sono riuniti proprio in contemporanea al vertice in Comune. Ieri hanno annunciato le prime azioni: appuntamento il 21 febbraio alle 12 in Campidoglio per portare una lettera a Virginia Raggi, accompagnata dalla delibera di annullamento del pubblico interesse.

«Non sarà una manifestazione – afferma Francesco Sanvitto dal Tavolo – Ma saremo tanti postini per la Raggi per dire no a questo progetto che contiene delle illegittimità. Qualora la sindaca non dovesse accogliere le nostre richieste, alcuni attivisti M5S sono già pronti non solo ricorso al Tar ma anche ad una denuncia penale».

ALCUNI VOLONTARI di Legambiente sono invece apparsi a Tor di Valle, e hanno esposto striscioni e manifesti illustrativi con indicazioni su quanto sarà impattante il progetto. «Si tratta di circa 1 milione di metri cubi di cemento – spiegano dall’associazione ambientalista – i nuovi edifici corrisponderanno a 25 torri di Tor Bella Monaca, 9 volte la nuova Stazione Tiburtina o l’hotel Hilton di Monte Mario, ma anche quanto 100 palazzi di 6 piani e l’eventuale riduzione del 25% delle cubature della quale si parla, tutta da verificare, dai dati esposti sarebbe comunque un diluvio di cemento».

Legambiente ha calcolato anche che secondo i parametri normali, la frequentazione dell’area nei giorni feriali sarebbe di almeno 9.440 persone. Se queste persone viaggiassero in treno, percorrendo la linea Roma-Lido, il carico di utenza si intensificherebbe del 10% «con conseguenze drammatiche sulla già pessima qualità di viaggio nella tratta».

Neanche la ventilata riduzione delle cubature convince gli esperti di Legambiente. «Anche se tutta da verificare, la riduzione del 25% della quale si parla nelle ultime ore sarebbe irrisoria rispetto all’impatto complessivo e porterebbe il progetto a una portata totale comunque di 939.600 metri cubi». «Si tratta dell’ennesimo quartiere nato dove non dovrebbe e senza il trasporto pubblico necessario – spiega Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio, a margine del blitz dell’associazione – È surreale e irresponsabile: mentre impariamo a fare i conti con la violenza del clima si spinge un tale diluvio di cemento a pochi metri dal Tevere nell’ultima ansa libera dentro il territorio di Roma».

DAL COMITATO «Difendiamo Tor di Valle dal Cemento», che proprio qualche giorno fa aveva manifestato solidarietà a Paolo Berdini in piazza del Campidoglio, ricordano che il programma elettorale del M5S per le ultime elezioni comunali a Roma si concludeva con un elenco di tre priorità, la prima delle quali era la «moratoria delle previsioni di nuove espansioni per verificarne le reali necessità e blocco delle edificazioni su aree a rischio idrogeologico e su quelle agricole». E le parole dell’allora aspirante sindaca Virginia Raggi: «Se vinciamo ritiriamo la delibera sulla pubblica utilità. Lo Stadio della Roma si farà da un’altra parte, a Tor di Valle c’è una speculazione edilizia e non ci sono le condizioni». «Intascato il voto dei cittadini, le cronache ci parlano di incontri e accordi tra pochi intimi per portare a casa l’affare del secolo – commentano dal comitato – Baldissoni, Parnasi, Pallotta che entrano ed escono a piacimento dalle stanze del Campidoglio e stanze inaccessibili ai cittadini che, se appena provano a distribuire un volantino o aprire uno striscione, vengono fermati e identificati dalla polizia».

QUANDO ARRIVA la linea dal Campidoglio la situazione si fa ancora più tesa. Raggi sostanzialmente afferma che il progetto dello stadio è stato ereditato dalla giunta Marino dunque può al massimo essere ritoccato e subito si intensificano le voci di malcontento dalla base grillina. «In questo modo ci sentiamo ancora di più presi in giro», ci dice ad esempio un consigliere municipale che vuole rimanere anonimo. «Per di più – prosegue il nostro interlocutore – non riusciamo a capire neanche cosa pensano i consiglieri comunali, sono blindatissimi. Voi pensate che la comunicazione del M5S sia deficitaria verso l’esterno, ma paradossalmente è al nostro interno che sta mancando la trasparenza, la diffusione di informazioni. Non è facile adesso mandar giù questa scelta dello stadio dopo le posizioni che abbiamo assunto nella scorsa consiliatura e dopo quanto abbiamo sostenuto in campagna elettorale. Siamo in grossa difficoltà a farci capire dai nostri referenti e ad accettare questo modo di gestire le cose».