In Morto che cammina, la nuova fatica di Welsh appena pubblicata in Italia da Guanda, c’è un capitolo incentrato sull’ultimo atto della Coppa di Scozia del 2016 tra l’Hibernian di Edimburgo e i Rangers di Glasgow. Con l’immancabile riserva di droga per superare la tensione dei 90 minuti, la banda di Trainspotting è in tribuna a seguire un evento storico. Dopo 114 anni e dieci finali perse, con un gol all’ultimo minuto di un match spacca coronarie gli Hibs riescono finalmente ad aggiudicarsi l’agognato trofeo. Da un punto di vista narrativo è la chiusura del cerchio, dopo una finale dall’esito molto differente, il massacro 1-5 contro i rivali cittadini degli Hearts, vissuto in prima persona da Terry “Gas” Lawson in Godetevi la corsa.

Un’umiliazione cancellata in un caldo pomeriggio del 2016. Quando sugli spalti 30mila supporter in estasi intonarono una mai così appropriata Sunshine on Leith dei Proclaimers. Un raggio di sole illuminava gli eterni perdenti del porto di Edimburgo.

Quasi pleonastico ribadire che il leithiano doc Irvine Welsh sia un accanito tifoso degli Hibs e, come abbiamo visto, i riferimenti calcistici facciano spesso e volentieri capolino nei suoi romanzi.

La stragrande maggioranza dei suoi personaggi, ça va sans dire, tifa i biancoverdi di fede cattolica e matrice working class. Soggetti come “Lexo” Setterington o “Coco” Bryce sono membri effettivi della Capital City Service, il gruppo di hooligan molto “attivo” negli anni Ottanta. Rents e compagni, causa le mille vicissitudini che a condotto alcuni di loro lontano da Edimburgo, è scarsamente “praticante”, ergo frequenta poco il tempio di Easter Road. Un impianto molto british, che svetta in mezzo all’intrico di vie a due passi dal Leith Walk, dal quale dopo un’estesa ristrutturazione sono scomparse le terraces. Le mitiche gradinate da cui il popolo di Leith maledisse José Altafini, autore di una tipletta in un Hibernian v Juventus di Coppa Uefa citato in Porno.

La fede biancoverde implica un odio assoluto e incondizionato per gli “altri”, i protestanti e borghesi degli Hearts, tanto che Sick Boy preferirebbe vedere la sorella in un bordello piuttosto che un fratello con la sciarpa dei rivali.

Il fratello in questione è quello di Mark Renton, militare fascistoide che in Trainspotting salta per aria a Belfast, una delle poche “eccezioni” insieme alla storica ragazza di Rents Dianne e ad alcuni soci del tassista erotomane “Gas” Lawson.

Schiacciato dalla dittatura della vecchia ditta glasvegiana (Celtic-Rangers), l’Hibernian ha avuto un solo periodo di vera gloria, datato anni Cinquanta. Era la squadra dei “Famous Five” Smith-Johnstone-Reilly-Turnbull-Ormond, a cui hanno dedicato una tribuna e le cui gesta sono religiosamente tramandate nei pub di Leith. Così come si narra ancora dei lampi di genio di George Best, arrivato all’Easter Road quando era già sul viale del tramonto e avviluppato nel gorgo dell’alcolismo, una sorta di archetipo welshiano ante-litteram.

Dopo l’exploit del 2016, gli sfigati, i perdenti per antonomasia sono risprofondati nella loro aurea mediocritas. Forse è giusto così perché, come dice Rents, “non so se mi piace tifare per una squadra che vince”…