La prima reazione del governo Maduro, dopo il riconoscimento lampo di Juan Guaidó da parte della Casa bianca, è stata quella di dare 72 ore di tempo per lasciare il paese ai diplomatici Usa.

Per il resto il presidente Nicolás Maduro, parlando ai suoi sostenitori riuniti a Caracas, ha rivolto «un appello al popolo venezuelano per difendere la pace e la concordia», rifiutando la strategia della «destra golpista e interventista». Il Venezuela, ha ribadito Mauro, «ha diritto alla pace e ad autogovernarsi. E alla destra dico – ha aggiunto – che l’impero non ha amici, ma solo l’interesse per il petrolio, l’oro, il gas. Per le ricchezze naturali che sono del popolo del Venezuela». Maduro ha poi definito «nazifascista e traditore» il presidente dell’Ecuador, Lenin Moreno, ex sostenitore della rivoluzione chavista, che nei giorni scorsi aveva contribuito a scatenare una caccia all’immigrato venezuelano in Ecuador. Ecuador che inoltre è stato tra i paesi che ha prontamente riconosciuto Juan Guaidó, insieme a Canada, Argentina, Perù, Brasile, Costa Rica e Paraguay. Il presidente Maduro ha invece incassato per ora la solidarietà, tra gli altri, del presidente boliviano Evo Morales e di quello turco Recep Tayyip Erdogan.