Risposte chiare e certe per i lavoratori dello spettacolo il cui futuro appare sempre più incerto. E’ la richiesta avanzata ieri da 29 associazioni di settore, tra le quali Bauli in piazza, che hanno redatto un documento intitolato «Nessuna giornata storica» da presentare alle forza politiche. «La ripartenza? Non e’ mai avvenuta», è la denuncia contenuta nel testo dove si sottolinea come «la riforma del settore dello spettacolo che il ministro Franceschini ha definito una legge rivoluzionaria per noi non lo è». «Questa è stata raccontata come l’estate degli spettacoli dal vivo, ma il nostro mondo – hanno sottolineato gli addetti ai lavori in una conferenza stampa via zoom – ha lavorato in maniera parziale e molti sono stati costretti a cambiare lavoro».

Per i lavoratori dello spettacolo «serve una vera legge, nonché un supporto al settore». «Siamo qui a riunirci da un po’ – ha detto Elio Germano in un contributo video – la pandemia ci ha fatto ricordare che siamo pieni di problemi: a parte il ministro della cultura, io farei un appello al ministro della salute perché c’è anche la salute mentale dei cittadini da tutelare in quest’epoca di deriva culturale». Per Germano, «lo spettacolo dal vivo è ripartito molto poco e solo favorendo grandi nomi, mentre arte, teatro e musica che nascono dal basso sono fermi».

Le associazioni chiedono in particolare che la riforma «riconosca la natura discontinua dei lavori dello spettacolo, instaurando una misura che, in linea con gli altri paesi europei in termini di durata e accessibilità, tuteli dalla fluttuazione di reddito tipica del settore». E poi «la prosecuzione dell’erogazione delle indennità COVID-19, interrotta dopo maggio 2021, fino ad almeno sei mesi dopo la cessazione dello stato di emergenza; l’istituzione di un «fondo emergenza COVID 2021» destinato a coprire le giornate annullate ai lavoratori nel 2021». Per arrivare infine a «riaprire i luoghi di spettacolo al 100%, come già avviene in tutti gli altri settori».