Essere fan dei fumetti dei supereroi americani è un po’ come avere una fede calcistica: non si ammettono sfumature di grigio, o bianco o nero, o Milan o Inter, o Samp o Genoa, il credo è uno. Così gli appassionati sanno che non si può amare nello stesso modo l’Uomo Ragno e Batman, Capitan America e Superman, alla fine il lato della bilancia pende sempre da una parte, o la Marvel con i suoi colori accesi e la forte ironia o la DC e la sua architettura gotica, la pioggia perenne e la linea cattivo/buono così labile. Inutile dirlo, Batman da anni si è scrollato di dosso la patina di gaia scemenza della serie tv per essere il cavaliere oscuro di Frank Miller e quindi della trilogia fortunata di Christopher Nolan, così come Superman è ben lontano dal famoso tormentone «Più veloce della luce»; è morto, si è sporcato del sangue glorioso di nemici per essere, barba da boscaiolo compresa, più umano e meno Dio.
RINASCITA
Il mondo dei fumetti DC, proprio in questi ultimi mesi, ha vissuto una rinascita epocale: tutte le sue testate più famose, da Batman a Superman, passando per Flash, Lanterna verde, Aquaman, Arrow e Wonder Woman, sono state ripensate in chiave rivoluzionaria. In Italia lo stiamo vivendo da un mese, grazie alla piemontese RW Lion, ma in America questo terremoto supereroistico ha avuto inizio a maggio dell’anno scorso.
Di cosa si tratta? Del solito sisma lampedusiano che, di tanto in tanto, fa vivere e rinascere gli eroi del fumetto come fossero pedine di un gioco di ruolo? Il classico «Cambiare tutto per cambiare niente»? Beh non proprio.
Si deve sapere che una costante di queste storie è il multiverso ovvero l’idea che esista oltre al nostro mondo, che chiameremo Terra 0, tantissimi altri mondi simili. Quello che differenzia ognuna di queste realtà va da impercettibili varianti, come un semplice cambio di costume, a drastici e sensibili cambiamenti: in Terra 3 per esempio abbiamo i supereroi che sono cattivi e un villain come Lex Luthor unico baluardo della giustizia, in Terra X esiste invece un mondo dove i nazisti hanno vinto la guerra, e così via passando da paradossi così esagerati da essere persino dimenticati dai propri autori, tipo il matrimonio tra Batman e Catwoman con tanto di batpargoletti miao miao in arrivo.
I MULTIVERSI
Per questo si decise di fare tabula rasa ed ecco che, nel 1985, grazie a Crisi sulle terre infinite, scritta da Marv Wolfmann e disegnata da George Perez, tutti i multiversi si ridussero ad uno solo con interi personaggi dimenticati o riassorbiti in altri, con buona pace degli sceneggiatori che per anni avevano trovato la soluzione più semplice grazie al barbatrucco delle realtà alternative.
Joker uccideva Lois Lane? Oddio com’è possibile??? No state tranquilli era Terra 53. Ora che di Terra esisteva solo la Terra 0 però se Lois Lane moriva, moriva davvero, e questo era un gran casino.
I multiversi tornarono però prepotentemente con la miniserie 52 dove, oltre alle varie Terre, si tornò indietro di dieci anni e si attuò una specie di reboot, ovvero reinizio, con eroi rimodernizzati e al passo coi tempi Questo ritorno al passato, però, ha portato con sé non poche sciagure. Ricordate il motto della casa editrice rivale, la Marvel, «supereroi con superproblemi» e pensate che, in più di un secolo di attività, Batman e soci ne hanno avuti di lutti e problemi con cui convivere, anche se dimenticati.
HACKER
La genialità di Rinascita è quella di pensare all’universo DC come ad un computer. Noi formattiamo l’hard disk, pensiamo di aver cancellato tutto, i nostri scheletri negli armadi, la foto porno dell’amante, ma quello che c’era rimane sempre, basta un hacker abile et voilà.
Quindi l’idea che sembra uscita da una sceneggiatura di Jonathan Nolan, l’autore del recente Westworld, è una sola, ma efficace: se ad un certo punto i personaggi DC cominciassero a ricordare? Se Batman, per assurdo, si accorgesse che un tempo era sposato con Catwoman? Se Diana, la nostra Wonder Woman, si trovasse confusa tra quello che era negli anni 50 e ora, con tanto di amori cancellati e rinascite diverse? Se Arrow nel guardare una donna si chiedesse perché sente così tanto amore per una sconosciuta non sapendo che anni prima, proprio con lei, ha vissuto una storia appagante e duratura? Se Superman si trovasse a fronteggiare un Luthor buono non capendo che ha davanti un supereroe e non un cattivo?
A tutti questi ipotetici paradossi risponde Rinascita facendo ripartire le testate principi della DC dal numero 1. Lo sanno però i fan che la DC non ama la semplicità, quindi, già dall’inizio di questa saga, incasina ancora di più le carte già così complesse: Flash e Batman, ad un certo punto si troveranno tra le mani uno smile insanguinato, lo stesso che è presente nel fumetto di Alan Moore, Watchmen. Perché? Ecco che i multiversi DC si ampliano in mondi ancora più lontani perché facenti parte di altre case editrici.
I DIMENTICATI
La cosa più semplice per uno sceneggiatore DC sarebbe stata far partire questa rivoluzione dal personaggio più famoso della casa, Batman, e invece tutto inizia da Flash, anzi da Kid Flash, Wally West, l’aiutante per anni del supereroe più veloce del mondo, una specie di Robin per intendersi. Non se ne sono accorti i lettori e non se n’è accorto neppure Flash che ad un certo punto, «puf», Wally è scomparso e al suo posto è apparso un afroamericano col suo stesso nome, come nelle sit-com dove i personaggi principali vengono sostituiti da cugini inventati sul momento. Ecco che il nostro supereroe, dimenticato e spazzato dalle varie Crisi «ammazza e ricostruisci» universi DC, si trova giustamente incazzato a metà tra la vita e la morte, in una dimensione di transizione: ha poco tempo prima che venga disintegrato dalla sua stessa velocità, che l’ha portato ad attraversare il tempo. L’unico modo per salvarsi è che qualcuno lo ricordi. Ma chi? Non sarà Batman a farlo né l’ex moglie, ma inaspettatamente l’amico di un tempo, Flash, che, in una sequenza commovente, lo riporterà alla vita, alla nostra stabile dimensione. «Come ho fatto a dimenticarmi di te, Wally?» esclamerà in un pianto il velocista scarlatto lanciandosi in un abbraccio appassionato all’ex patner. Da qui tutto parte, da un’amicizia spezzata e da una realtà che gli sceneggiatori hanno prima strappato ai propri eroi e che ora è sbattuta in faccia agli stessi come un sudario maleodorante. Come hanno fatto a dimenticare quello che amavano?
QUINDICINALE
«Rinascita» è una serie di quindicinali che troverete in edicola o in fumetteria, ognuno con il nome dell’eroe interessato, ma che per essere seguita necessita di essere letta in ogni suo tassello sia esso Superman, Batman, Aquaman o Wonder Woman. La qualità dei testi è matura, la DC non ha paura ad affrontare tematiche come quella dell’omosessualità (un suo personaggio cardine Batwoman è dichiaratamente lesbica) o lo scottante tema delle violenze ai minori con tanto di mercato umano dove bambini vengono venduti a facoltosi miliardari. In un dialogo («Mi fa schifo quello che fai?» «Cosa? Come uso i miei poteri?» «No quello che fai coi ragazzi») detto al nuovo Kid Flash di colore, Wally, dalla zia, si può respirare l’idea che siamo di fronte ad un fumetto ormai sdoganato dall’essere etichettato per bambini. Questa nuova ripartenza è un seme che anche in Italia dovremmo cogliere, soprattutto quando l’unica testata di casa nostra vicina al concetto di Rinascita è il validissimo Dylan Dog di Roberto Recchioni, ma, oltre a lui, quanti sepolcri imbiancati dovremmo distruggere e ricostruire per riacquistare una dignità intellettuale diversa dalla placida e rassicurante calma di Topolino mese? Soprattutto se ne avrà mai il coraggio?