La rete di comitati riuniti nella sigla «Bagnoli libera» manifesterà oggi a Roma. Un diritto conquistato dopo una lunga trattativa con questura e prefettura capitoline. Martedì scorso le posizioni erano distanti: gli attivisti volevano arrivare in corteo fino al parlamento e, in delegazione, consegnare a Palazzo Chigi il documento in cui si chiede la rimozione del commissariamento del Sito di interesse nazionale Bagnoli-Coroglio. La risposta era stata un secco no: nei giorni feriali vige a Roma il divieto di manifestazione così l’unica concessione prevedeva un presidio, scortato, in una zona lontana dal parlamento.
L’assemblea popolare ha chiamato in causa la sindaca, Virginia Raggi, e i 5S che hanno risposto con una nota siglata dal presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico: «Il diritto a manifestare deve essere sempre garantito. Ci auguriamo che venga garantito ai comitati di Bagnoli, che chiedono il ritiro del commissariamento voluto dal governo Renzi. Come Movimento 5 Stelle sosteniamo le rivendicazioni dei cittadini di Bagnoli, con cui lavoriamo da anni». Adesioni anche dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che oggi sarà a Roma con una pattuglia di consiglieri comunali arancioni, con l’assessore Carmine Piscopo e la municipalità di Bagnoli con il presidente Diego Civitillo. Parteciperà anche il senatore di Sinistra Italiana, Peppe De Cristofaro.
Di fronte alle pressioni, la questura è tornata sui suoi passi. Gli attivisti arriveranno da Napoli con otto pullman: prelevati al casello autostradale dalle forze dell’ordine, raggiungeranno largo Argentina, da lì – sotto la sorveglianza delle «videoriprese da postazioni mobili e fisse della polizia scientifica» – raggiungeranno Montecitorio intorno alle 14. Il presidio dovrebbe trasformarsi in un’assemblea pubblica a cui parteciperanno anche altre realtà in lotta contro le politiche del governo. Sono annunciati i No Tav, No Triv, i movimenti romani e da Taranto, gli occupanti case, una rappresentanza dei facchini della logistica e dei terremotati di Amatrice.
«L’assemblea popolare consegnerà il documento a Palazzo Chigi. Chiediamo il rispetto delle competenze della città – spiega Eduardo Sorge. Bagnoli non è ferma da venti anni per i piani urbanistici ma perché i governi che si sono succeduti non hanno effettuato la bonifica. Il commissario non serve perché si tratta di un Sin e il governo può già andare avanti con le bonifiche. Serve però a Renzi per intervenire sul piano regolatore. Dietro i poteri speciali si nascondono varie società, da Fintecna a Caltagirone, che hanno inquinato e che dovrebbero pagare, ma il governo vorrebbe far rientrare dalla finestra. Il modello è quello dell’Expo, della Tav, dello sfruttamento dei territori».
Sono passati due anni dal varo dello Sblocca Italia, con cui il governo ha istituito il commissario, incarico affidato un anno fa al vicesegretario generale di Palazzo Chigi, Salvo Nastasi, ma la zona continua a essere inquinata. In funzione c’è la cabina di regia, pronta a ratificare il piano di trasformazione urbana stilato dal soggetto attuatore Invitalia che, grazie allo Sblocca Italia, dovrebbe costituire variante automatica al piano regolatore. De Magistris ha fatto ricorso al Consiglio di Stato ma Renzi prova a imporre la volontà del governo: le proteste vengono regolarmente liquidate con i manganelli, il sindaco viene minacciato con il ritiro dei 300 milioni del Patto per Napoli.